Buongiorno, Collezionisti!
Terza tappa dell’evento dedicato a Hunger Games! Questa volta parliamo di Il canto della rivolta, ultimo libro della trilogia originale e forse uno dei libri che più di tutti mi ha spezzato il cuore!

[Trovate qui la recensione di Hunger Games, qui invece quella de La ragazza di fuoco. Se volete leggere i post del precedente evento, gli Hunger Games Letterari, ecco i link: Presentazione dell’evento, Tributi del Distretto 8, Tour della Vittoria.]

Vi ricordo che l’evento è ovviamente in concomitanza con l’uscita del quarto libro della saga. Si tratta di un prequel sul Presidente Snow che finalmente il 19 sarà nelle mie mani, pronto a farsi leggere!

Come già detto nei precedenti post, prima di parlarvi del quarto libro, abbiamo previsto una recensione, a dieci anni dalla prima pubblicazione, della trilogia. Oggi parliamo de Il canto della rivolta, l’ultimo libro della serie.

Il canto della rivolta - Copertina

Il canto della rivolta

Suzanne Collins

€ 13,00

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all’Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso.

Sembra un sogno… Invece è un incubo. Anche se ormai è lontana dall’arena sanguinaria, Katniss è ancora in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. La sua famiglia, i suoi amici più cari, tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta.

Ora che la scintilla si è trasformata in un ardente fuoco di rivolta, alla Ghiandaia Imitatrice non resta che spiccare il volo verso la libertà. Ma il prezzo da pagare sarà alto. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l’Arena sembrerà una passeggiata.

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DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso della casa editrice per fini recensionistici.

Ed eccoci all’ultima recensione per la trilogia di Hunger Games, che si conclude appunto con Il canto della rivolta. Titolo scelto dall’autrice per ricordarci cosa avremmo fatto noi una volta finito il libro. Sì perché, a molti anni dalla fine della serie e dalla visione dei film, ancora non le perdono una delle morti che ha voluto inserire in questo romanzo. Le altre posso capirle, posso sostenerle ma questa… Questa ASSOLUTAMENTE NO! Ormai sono passati anni ma voglio evitare di fare spoiler, quindi mi limiterò a dire delle parole chiave che sicuramente vi faranno capire di quale morte sto parlando. Sotterranei. Ibridi. Valle di lacrime. No, ok, l’ultima è la mia reazione, da appena entrano in quei dannati tunnel, ma credo sia comunque molto comprensibile.

Ma partiamo da principio, ho già divagato troppo!

Questo terzo volume si distacca di molto dai precedenti. Gli Hunger Games, presenti negli altri due volumi, qui non compaiono. Questo ha portato spesso a sentire di lettori insoddisfatti ma personalmente trovo una scelta vincente quella di far evolvere la situazione. Da una guerra finta fra ragazzini, seguita da migliaia di persone, passiamo a una vera guerra che però segue gli stessi principi del Reality a cui Capitol è abituata. Ci sono i filmati di propaganda, l’assalto a Capitol è filmato e in città troviamo gli stessi ostacoli che troveremmo nell’arena. Ci sono ibridi e insidie ad ogni angolo.

Gli Hunger Games sono presenti ma sono una loro evoluzione più sanguinosa e terribile. La guerra si trasforma in uno show che mostra l’insensibilità dell’animo umano finché questo non viene toccato in prima persona.

Da dove riparte la storia? Dal Distretto 13. Katniss si risveglia dopo essere stata medicata e inizia la sua vita come abitante di questo distretto. La vita all’interno del 13 è programmata nei minimi dettagli e Katniss fatica ad ambientarsi.

La Presidente Coin, a capo del Distretto 13, vorrebbe Katniss come volto della rivolta ma all’inizio lei non vuole essere di nuovo una pedina in mano a qualche potente, com’è stato con il Presidente Snow durante gli Hunger Games. Sarà solo dopo aver visto la distruzione del Distretto 12 e aver combattuto al Distretto 8 (Una delle scene più belle, a mio modesto parere, con Katniss che dice “Se noi bruciamo, voi bruciate con noi”) che deciderà di prendere parte alla rivolta.

Porrà però delle condizioni al suo essere la Ghiandaia Imitatrice tra cui il diritto di uccidere lei stessa il Presidente Snow.

Da questo momento, la narrazione diventa un susseguirsi frenetico di morte, distruzione, e pianti isterici! No, seriamente, se dovete interrompere la lettura per qualche momento, fatelo prima dell’assalto a Capitol perché poi non vorrete staccarvene nemmeno per sbaglio!

Personaggi

Anche in questo ultimo capitolo della trilogia, abbiamo dei nuovi personaggi che vengono introdotti al lettore. Troviamo quindi la Presidente Alma Coin, la Comandante Paylor e tutta la squadra di Katniss a Capitol City. In questa terza e ultima parte, viene dato anche più spazio a Gale e alla sua storia.

Alma Coin è sicuramente uno dei personaggi di cui si deve parlare pensando a questo libro. Leader del Distretto 13 e capo della ribellione. Fin da principio si mostra come una donna buona e saggia ma assieme a Katniss impariamo a essere diffidenti nei suoi confronti. Hunger Games mi ha insegnato che se un personaggio si mostra troppo accomodante, devi scappare a gambe levate.

Plutarch Heavensbee è stato nominato nella precedente recensione ma credo che meriti uno spazio qui per quanto riguarda la sua descrizione. Nel secondo romanzo, ne facciamo la conoscenza ma alla fine del volume, non ne sappiamo abbastanza su questo personaggio. È con il terzo che capiamo molto di più su di lui. Lo trovo uno dei più affascinanti della saga. È uno stratega in tutto e per tutto, non solo per gli Hunger Games, ed è sempre un passo avanti agli altri. Davvero un personaggio ben costruito.

Stile di Scrittura

Concludiamo questa trilogia sempre dal punto di vista di Katniss. Ho trovato questo terzo volume decisamente più angosciante. Katniss è psicologicamente allo stremo e questo si nota nella narrazione e porta anche il lettore a vivere il suo stesso stress.

Come sempre viene lasciato ampio spazio ai personaggi e anche quelli arrivati in questo volume, come la Presidente Coin, non risultano assolutamente piatti e privi di chiaroscuri. Anche il Comandante Paylor, che compare in pochissime scene, risulta un personaggio interessante di cui si vorrebbe sapere di più.

Insomma, questa è sicuramente una perfetta conclusione della storia. La maggior parte delle storyline vengono chiuse a dovere (ok, forse Gale è quello trattato peggio), le emozioni provate sono forti e l’impatto sul lettore è così forte che a distanza di anni, solo a parlare del finale, si hanno ancora i brividi!

Non so i miei colleghi come hanno vissuto questo finale ma io ricordo che andai a comprare il libri al Day 1, all’orario d’apertura della mia libreria, e iniziai a leggere appena uscita da lì. Non riuscii a staccarmi dal libro fino a quando non lo finii, la sera stessa, più tardi di quanto mi sia concesso scrivere, e mi ritrovai con un vuoto enorme. Piansi ogni mia lacrima e finii per rileggerlo dopo pochi giorni. Beh, la sensazione provata a questa ennesima rilettura è sempre la stessa. Non si può fare a meno di amare Il Canto della Rivolta!

Il capitolo conclusivo. Suzanne Collins, io ancora non ti ho perdonato!

VOTO: 5/5

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Prima di lasciarci, vi invito ad andare a recuperare le recensioni dei miei colleghi! Trovate qui sotto il calendario completo. Vi ricordo anche che l’intero evento comprende le recensioni di tutti i romanzi della saga. Troverete la mia recensione de Il canto della rivolta lunedì 18 Maggio.

Il canto della rivolta - Calendario
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