Buongiorno, Collezionisti!
Questo è un articolo particolare, non il solito che vedete sul mio blog o meglio, si tratta di un Blog Tour, che ho già portato altre volte, ma su un tema particolare, che mi sta molto a cuore. Chi mi conosce e mi segue da tanto sa quanto io sia un’ammiratrice di J. R. R. Tolkien e delle sue opere, in particolar modo de Il signore degli Anelli. Come tale, ero davvero eccitata all’idea dell’uscita di questi volumi che, attraverso immagini e paragrafi ben organizzati, ci parlano appunto di Tolkien, delle sue opere e delle creature al loro interno.

Come sempre, prima di iniziare, vi lascio le schede dei libri! Colgo anche l’occasione per ringraziare Mondadori per la meravigliosa opportunità!

Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo - Copertina

Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo

Catherine McIlwaine

In uscita il: 20/10/2020

€ 45,00

J. R. R. Tolkien era un uomo dai mille talenti: esperto linguista, filologo, studioso di letteratura e folclore, ovviamente grande scrittore e creatore di mondi. Ma era anche un abilissimo pittore e disegnatore. Lo testimoniano i ricchi materiali, in gran parte inediti, raccolti in questo volume: lettere, appunti, ma soprattutto illustrazioni, mappe, schizzi di luoghi e personaggi, che mostrano come abbia preso forma nell’immaginazione dello scrittore la Terra di Mezzo che ha affascinato e affascina i sempre più numerosi appassionati di fantasy.

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Tolkien. I tesori - Copertina

Tolkien. I tesori

Catherine McIlwaine

In uscita il: 20/10/2020

€ 22,00

Con molti pezzi unici, tratti dagli Archivi Tolkien conservati alla Bodleian Library, questo libro esplora i molteplici aspetti della vita e dell’opera di J.R.R Tolkien, dall’infanzia nelle Midlands agli studi a scuola e all’università, fino all’esperienza della Prima Guerra mondiale. Sono qui raccolte le illustrazioni per il “Silmarillion”, “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”, insieme alle complesse mappe che Tolkien stesso disegnò per spiegare la topografia della Terra di Mezzo, il continente da lui inventato.

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DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso della casa editrice per fini pubblicitari o recensionistici.

Il signore degli Anelli

Grazie a Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo e Tolkien. I tesori abbiamo modo di ripercorrere il processo creativo messo in atto da J.R.R. Tolkien per la stesura del suo capolavoro più conosciuto: Il signore degli Anelli.

Tutti sappiamo che Il signore degli Anelli avrebbe dovuto essere il seguito de Lo Hobbit ma forse non tutti sappiamo come la storia sia passata da essere una nuova avventura degli hobbit a ciò che abbiamo imparato a conoscere. In Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo ci viene spiegato che nel 1937, subito dopo la pubblicazione de Lo Hobbit, Tolkien fu esortato dal suo editore a scrivere un’altra avventura che vedesse gli hobbit protagonisti perché il pubblico avrebbe richiesto a gran voce di poter leggere nuovamente degli abitanti della Contea.

Tolkien quindi iniziò a scrivere “Il nuovo Hobbit”, titolo che restò per molti anni durante la stesura. Il titolo che conosciamo venne nominato per la prima volta nel 1938 in una sua variante. È infatti scritto come “Il signore dell’Anello”. Tolkien consultò i figli per scegliere il titolo definitivo, che divenne appunto Il signore degli Anelli. Quando finalmente era vicino al completamento dell’opera, Tolkien preparò un frontespizio in cui scrisse il titolo dell’opera quattro volte.

Le prime tre in inglese ma con diversi tipi di scrittura: in rune Angerthas (conosciute anche come Cirth, utilizzate dai nani e dagli elfi che parlano Sindarin), in alfabeto latino e in lettere elfiche (conosciute anche come Tengwar, utilizzate per la trascrizione di diverse lingue, fra cui il linguaggio nero, presente sull’unico anello, il Quenya e il Sindarin). La quarta è nella lingua elfica Quenya e in caratteri elfici (o Sarati, usato proprio come base per la creazione delle Tengwar).

Questa vasta invenzione linguistica di Tolkien è precedente a Il signore degli Anelli di almeno vent’anni ma fu proprio con questa opera che venne portata all’attenzione dei lettori. Uno degli esempi lampanti di queste lingue, portate prepotentemente all’attenzione di tutti, è quello che riguarda la poesia dell’Anello e l’incisione su di esso.

Tra i manoscritti conservati, si trova una bella copia dei versi che compongono la poesia dell’Anello. Sotto di essa compaiono le ultime tre righe di questa, vergate in inchiostro rosso e in caratteri elfici, come apparirebbero nelle incisioni sull’anello. Dopo questa prima prova dell’incisione, Tolkien si impegnò in lunghi studi per perfezionarla. Vi sono delle pagine manoscritte in cui possiamo vedere i vari stili sperimentati. La grafia rimane quella dei caratteri elfici ma la lingua è il Linguaggio Nero di Mordor che risulta dura e sgradevole se letta ad alta voce.

In ogni caso, le varie bozze de Il signore degli Anelli ci rivelano che Tolkien apportò diverse modifiche per quanto riguarda la distribuzione degli anelli magici ma anche sull’unico Anello, la cui idea nacque piano nella mente dell’autore durante la stesura del romanzo. Come già detto, Il signore degli Anelli è nato come seguito de Lo Hobbit e, inizialmente, Tolkien provò diverse vie su come sviluppare una trama coerente col primo romanzo. Le prime idee furono quelle di mostrarci un Bilbo in cerca di una nuova avventura dopo aver scialacquato il tesoro riportato a casa oppure l’arrivo di un drago nella Contea o ancora Bilbo che si reca su un’isola pericolosa governata dagli Elfi.

Solo poco alla volta iniziò ad affiorare l’idea di ricollegarsi al primo romanzo attraverso il plot dell’anello magico trovato da Bilbo nei cunicoli sotto le Montagne Nebbiose. Fu da lì che Il signore degli Anelli prese una strada differente dal primo racconto dedicato agli hobbit. Nonostante la prima bozza del primo capitolo fu pronta dopo un anno dalla pubblicazione de Lo Hobbit, la stesura completa de Il signore degli Anelli richiese un tempo decisamente più lungo.

Tolkien impiegò dodici anni, lavorando fino a notte fonda, durante la Seconda Guerra Mondiale e giornate zeppe di ore di insegnamento. Cambiò anche cattedra in quegli anni. Al termine della creazione de Il signore degli Anelli, non aveva più fra le mani una storia per bambini ma un libro assai più oscuro e adatto a un pubblico adulto.

Questa storia parla con maggior chiarezza di quelle cose oscure che si celavano ai margini del racconto precedente, che ne hanno tuttavia funestato l’intero corso degli eventi.

Questo scrisse Tolkien nel frontespizio dell’opera.

Nella sua lunga stesura, prese spunto da diversi elementi della sua cultura. Tolkien. Il creatore della Terra di Mezzo ci propone alcuni di questi come elenco di esempi. Ci viene raccontato del profondo amore di Tolkien per la natura e gli alberi, in particolar modo. Abbiamo quindi un riferimento al Vecchio Uomo Salice, incontrato dagli hobbit nella Vecchia Foresta. Alberi e creature simili occupano un posto di rilievo nella sua opera. Alcuni sono dalla parte del bene, altri da quella del male ma non sono mai vittime passive e immobili. Gli alberi sono in grado di cambiare il destino con le loro azioni. Sono in grado di combattere e sopraffare il nemico. Troviamo esempi di alberi combattivi nella Battaglia del Fosso di Helm ma anche nella battaglia fra gli alberi della Foresta di Fangorn e Saruman.

Barbalbero, protagonista proprio dell’arco narrativo nella Foresta di Fangorn, è un personaggio che è stato rimaneggiato molte volte da Tolkien. Nelle prime bozze appare come un personaggio malvagio, colui che è responsabile del rapimento di Gandalf. Saruman ancora non era stato pensato e arriverà solo successivamente dopo molti rimaneggiamenti. In un’altra bozza è Frodo a cadere vittima di Barbalbero. Solo quando finalmente Saruman sarà ben definito come il mago che tradì Gandalf, Barbalbero subisce il cambiamento definitivo. Si tramuterà nell’Ent che si rivelerà un potente alleato del bene.

Anche il reame boscoso di Lothlorien è un esempio dell’amore di Tolkien per la natura e gli alberi. Lo descrive come il luogo più incantevole della Terra di Mezzo, il cuore del regno elfico. Gli alberi di Mallorn, che lo compongono, sono altissimi e smisuratamente belli e aggraziati. Scopriamo che è solo grazie alle cure di Galadriel che crebbero a quel modo. Lothlorien è un regno segreto, celato e protetto dal potere dell’anello di Galadriel e dagli Elfi Silvani. Diversi personaggi ne parlano come di un luogo leggendario e lo stesso Tolkien rifletté sulla possibilità di fermare il tempo all’interno del Reame Boscoso. Scartò però questa opzione percependola troppo distante dalla realtà della Terra di Mezzo.

Tolkien però non si fossilizzò solo sulla sua passione per la natura. Studiò a lungo diverse altre ambientazioni. Una delle più famose è sicuramente quella delle Miniere di Moria, di cui ci rimangono anche delle illustrazioni. Tolkien le realizzava durante il processo creativo, sicuramente un aiuto per visualizzare le scene e i paesaggi che aveva in mente. Famosa è l’illustrazione dell’ingresso occidentale di Moria. È qui che si trovano le Porte di Durin, di cui abbiamo un’illustrazione dettagliata. Le porte dei nani sono magiche, non fatte per essere viste da chiunque. È solo grazie a un incantesimo di Gandalf che queste compaiono, anche grazie alla luce della luna. La porta ha un arco su cui è presente un’iscrizione elfica in Sindarin. Si può tradurre a questo modo:

Tolkien - Porte di Durin

Le Porte di Durin, Signore di Moria.
Di’, amico, ed entra.
Io, Narvi, le feci. Celebrimbor
di Agrifoglieto tracciò questi segni.

Narvi era un Nano mentre Celebrimbor un Elfo. Le porte risalgono quindi a un periodo remoto in cui ancora vigeva amicizia fra elfi e nani.

Sempre nell’arco narrativo dedicato alle Miniere di Moria, abbiamo un altro esempio degli studi linguistici intrapresi da Tolkien. Il Libro di Mazarbul è il volume che viene ritrovato dalla Compagnia e che testimonia la fine del regno nanico ricostruito da Balin. Le ultime parole scritte in questo volume sono infauste e riportano gli ultimi momenti degli abitanti di quel luogo. Viene documentata la fine di Balin, ucciso a causa di una freccia orchesca, e l’assedio che li ha sconfitti. Le ultime parole, scarabocchiate in caratteri elfici recita “stanno arrivando”.

Tolkien ovviamente ne riprodusse alcune pagine nella speranza che venissero incluse nel suo libro al momento della stampa. Ne bruciò i bordi, fece dei buchi e lo schizzò con la vernice rossa per riprodurre i segni lasciati dal nemico. Scrisse il contenuto con caratteri e calligrafie differenti per dare l’illusione che il volume fosse passato fra le mani di diversi autori. Purtroppo vennero considerate troppo costose e non incluse nella pubblicazione. Apparvero per la prima volta nel 2004 in un’edizione inglese.

Gli esempi del lungo ed estenuante studio di Tolkien sono molteplici e potete trovarli all’interno di questi due volumi. Passiamo però al momento della pubblicazione. Il libro era finalmente pronto e Tolkien era convinto che dovesse essere pubblicato assieme al Silmarillion. Risentito dal rifiuto di Allen & Unwin, che pubblicarono Lo Hobbit ma considerarono il Silmarilion impubblicabile, Tolkien si rivolse a un altro editore. Contattò Milton Waldman della Collins. Waldman si dimostrò entusiasta ma ci furono due anni di esitazioni a causa della mole de Il signore degli Anelli e la natura caotica del Silmarillion.

Fu proprio dopo questi due anni che Tolkien ricevette una lettera da parte di Rayner Unwin, figlio del primo editore de Lo Hobbit, che chiese garbatamente informazioni sulle sue nuove opere. Rayner Unwin era convinto che Il signore degli Anelli fosse un’opera geniale e convinse il padre a pubblicarlo anche in previsione di una perdita economica. Lo stesso Stanley Unwin, padre di Rayner rispose in una lettera “Se credi che sia un’opera geniale, allora rischiamo di rimetterci un migliaio di sterline.” Nessuno si era aspettato che Il signore degli Anelli potesse diventare un best seller di tale portata.

Per riuscire a ridurre i costi e rendere il libro più gestibile a abbordabile al pubblico, venne diviso in tre volumi. Il primo venne pubblicato a luglio 1954, il secondo a novembre dello stesso anno e il terzo nell’ottobre del 1955. I lettori rimasero sulle spine per un intero anno senza sapere cosa sarebbe successo nel volume successivo. Per questa pubblicazione in volumi, Tolkien disegnò una sovraccoperta differente per ogni volume ma alla fine l’editore decise che un solo disegno avrebbe dato un’identità più forte alla pubblicazione.

Tolkien - Copertine Trilogia

Rimane quindi il motivo dell’unico anello al centro dell’illustrazione e poi soggetti differenti per ogni copertina. La Compagnia dell’Anello vede appunto la presenza dell’occhio di Sauron e i tre anelli elfici.

Per Le due Torri fu molto più difficile sia scegliere il sottotitolo che l’illustrazione. Alla fine si optò per la contrapposizione fra la Torre Bianca di Minas Morgul in contrapposizione con la Torre Nera di Orthanc, la torre di Saruman.

Per Il Ritorno del Re, Tolkien portò a termine un solo disegno. Questo rappresentava il trono vacante di Gondor. Alle spalle del seggio vediamo i simboli del sovrano: sette stelle e un albero bianco.

Con questa tappa abbiamo ripercorso solo alcuni dei processi creativi dietro al capolavoro di Tolkien. Se volete scoprirli tutti, vi consiglio di andare a curiosare su questi due bellissimi volumi pieni di informazioni e illustrazioni.

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Per questo Blog Tour abbiamo tutte lavorato tantissimo e con grande impegno quindi vi consiglio caldamente di andare a recuperare anche le altre tappe. La mia, su Il signore degli Anelli, è solo un piccolo granello di sabbia nel deserto di contenuti fantastici che sono stati pensati per questa uscita!

Tolkien - Calendario