Buongiorno, Collezionisti!
Chi segue il cinema orientale sa dell’uscita, a distanza di poco più di un mese, di due film tratti dalla stessa storia ma profondamente diversi. Sono approdati entrambi su Netflix e sono rispettivamente The Yin Yang Master: Dream of Eternity e The Yin Yang Master. Il primo, ormai entrato a far parte dei miei film preferiti, ve l’ho già nominato sia qui sul blog (a questo link) che sui miei canali social (qui su Instagram). Il secondo è una nuova uscita. In questo momento, mentre scrivo, sono passati solo tre giorni dal suo rilascio (ma conoscendomi finirò di scrivere questo articolo ad Aprile).

Proprio per la peculiarità di avere due film che prendono spunto dalla stessa storia e usciti a così pochi giorni l’uno dall’altro, ho pensato di creare questa sfida, con un vincitore e un vinto ma soprattutto portandovi a conoscere i pro e i contro di entrambe le pellicole.

WARNING! Potrebbero esserci dei piccoli spoiler ma nulla che comprometta la visione delle due pellicole. Se volete stare completamente all’oscuro, leggete questo articolo solo dopo aver visto entrambi i film.

Trama

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

The Yin Yang Master: Dream of Eternity si basa direttamente sul romanzo Onmyōji di Baku Yumemakura.

Esiste un terribile demone, il più forte di tutti, conosciuto come il Serpente del Male, nato dalla cupidigia degli uomini. Finché esisterà il desiderio umano, questo demone continuerà a vivere e a risvegliarsi ogni qualche decennio. Toccherà ai guardiani tenere a freno il potere distruttivo di questo demone e assicurare la sicurezza dell’impero.

Dopo l’attacco dell’ombra del Serpente del Male, Qing Ming viene inviato nella Città Imperiale, assieme ad altri tre maestri del regno, per combattere e neutralizzare ancora una volta il potente demone.

Misteriosi omicidi e intrighi di corte lo porteranno ad allearsi con il riluttante Bo Ya per scoprire la verità.

The Yin Yang Master

The Yin Yang Master è invece ispirato all’omonimo videogame tratto da Onmyōji.

Nel quartier generale Yin Yang, luogo di addestramento dei virtuosi maestri Yin Yang, è custodito un artefatto magico in grado di cambiare le sorti del mondo intero.

Qing Ming è mezzo umano e mezzo demone. Quando il quartier generale viene attaccato, e molti giovani maestri perdono la vita, viene considerato il maggior sospettato dell’ignobile azione proprio a causa delle sue origini. Si ritrova quindi nella scomoda posizione di non appartenere ne al regno degli uomini ne a quello dei demoni.

Sette anni dopo, Qing Ming è riuscito a ritagliarsi un angolo nel mondo in cui vivere pacificamente. Quando però l’artefatto magico viene rubato e casualmente finisce nelle sue mani, non può più tirarsi indietro e deve scendere in campo e combattere.

I due film ci raccontano due storie completamente differenti. Non sta a me scegliere quale sia la migliore ma credo che The Yin Yang Master: Dream of Eternity sia più fedele al romanzo da cui è tratto. In generale, sono due ottimi punti di partenza per dei bei film d’intrattenimento.

Protagonisti

Bo Ya e Qing Ming

Qing Ming e Bo Ya condividono il ruolo di protagonisti. Nessuno dei due è più importante dell’altro ed è proprio grazie al giusto equilibrio che si crea fra i due che la storia progredisce tanto bene.

Qing Ming è anche qui un mezzo sangue, figlio di un uomo e di un demone volpe. Le sue origini lo portano a essere trattato diversamente dagli altri e a trovare solo nel suo maestro una figura amica. Ci viene descritto come un uomo che gioca con le parole, rilassato e con un lato più propenso alla battuta. È anche fiducioso nelle sue capacità e questo lo rende anche un po’ arrogante.

Bo Ya è un guerriero eccezionale, inflessibile, dedito alle regole ma anche impulsivo. Diffidente per natura, soprattutto verso i demoni, non riesce ad avere fiducia verso Qing Ming, soprattutto quando scopre che usa dei demoni come suoi guardiani.

Riescono però a conoscersi e instaurare un rapporto che fa da colonna portante alla storia. La loro fiducia reciproca, lentamente guadagnata, e i battibecchi sono sicuramente un punto forte di questa pellicola. Altro punto a favore è la sotto trama, appena tratteggiata e lasciata per lo più alla libera interpretazione dello spettatore, della tensione fra i due protagonisti.

Qing Ming

In questo caso, il vero protagonista della storia e Qing Ming.

Non c’è nessun altro personaggio importante quanto lo è lui e viene messo bene in chiaro fin dal principio. È la sua storia, è lui l’eroe (o forse sarebbe meglio dire l’antieroe) ed è lui che ci porterà fino alla fine della storia.

A noi va benissimo così. Questo Qing Ming è un personaggio dalla forte personalità e dalla forte presenza scenica e a noi piace così. Affascinante, misterioso, con dei poteri che non si risparmia a usare a suo piacimento e l’iconico ventaglio che appartiene anche alla sua controparte nell’altro film.

Questo è Qing Ming forse più maturo, con atteggiamenti più cupi e più grigi. In fondo ci viene detto chiaramente che lui non appartiene a nessuno dei due mondi e si comporta di conseguenza. Se il Qing Ming di Dream of Eternity è principalmente positivo, questo non si fa problemi a rubare, ingannare e usare il prossimo per i suoi scopi. Certo, poi rimedia aiutando le persone che ha messo nei guai ma rimane un mascalzone.

Certo è che questo mascalzone dal cuore d’oro alla fine ci convince e non ci fa sentire la mancanza di un Bo Ya relegato a personaggio comprimario.

Ho amato troppo la ship QingMingxBoYa per non votare a favore di questa coppia. La tensione fra i due è palpabile, le frasi finali, pronunciate da Bo Ya, lasciano ancora di più credere a questa interpretazione e non posso che tuffarmici completamente.

Dall’altra parte ho sentito un po’ la mancanza di questo tipo di tensione, per quanto il Qing Ming presentato non abbia particolari pecche. È un personaggio che ruba la scena e non posso che apprezzarlo, soprattutto per via della sua estetica, divina per quanto mi riguarda.

Personaggi

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

Non sono solo Qing Ming e Bo Ya a creare la magia di The Yin Yang Master: Dream of Eternity. Al loro fianco ci sono diversi personaggi interessanti che aiutano a costruire una storia ricca e avvincente.

He Shouyue, Long Ye, la principessa Zhang Ping, il maestro Zhongxing e i guardiani Segugio delle Nevi, Pittore Matto e Pietra della Morte non sono soltanto volti ma anche delle storie. Anche i personaggi meno presenti hanno il loro spazio per essere notati.

Sicuramente di grande impatto e memorabili sono He Shouyue e la principessa Zhang Ping.

He Shouyue è l’alto sacerdote della Città Imperiale. Il suo aspetto è in tutto e per tutto identico a quello di un giovane maestro Zhongxing. La sua particolarità però è che non è un essere umano o un demone, come gli altri personaggi della storia, ma uno spirito guardiano.

La principessa Zhang Ping ci viene presentata come una donna di grande carattere e indipendenza. Vicina alla soglia dei trent’anni, è una stratega di grande fama che non ha alcuna intenzione di prendere marito, cosa molto strana per l’epoca in cui è ambientato il film. Il suo è un ruolo chiave all’interno della storia.

Un confronto diretto lo possiamo fare con le creature che combattono al fianco di Qing Ming. In questa pellicola ci sono i Guardiani, demoni ai suoi ordini. Hanno look da guerrieri con elementi che li contraddistinguono. Per esempio il Pittore Matto cavalca un pennello gigante e ha dei rami di ciliegio dipinti sulla fronte. Pietra della Morte ha un reticolo di cicatrici sul braccio e combatte con un bastone.

The Yin Yang Master

I personaggi comprimari e secondari sono così tanti che fatico a ricordarli tutti. Mi aiuterò con Wikipedia, santa Wikipedia!, e ve ne nominerò soltanto alcuni.

Sicuramente è necessario partire da Yuan Boya. Se nell’altro film è uno dei protagonisti, qui è un personaggio comprimario. Simpatico, divertente, fresco ma nulla di più. È una guardia imperiale che decide di andare alla ricerca di Qing Ming per riabilitare il proprio nome, agli occhi dei suoi superiori, dopo il furto subito.

Al fianco di Boya per la maggior parte del film, troviamo Shen Le. Shen Le è una ragazza che chiama Qing Ming “Shifu”, maestro, e che lo sta cercando per restare al suo fianco come sua discepola. Insieme a Boya e allo Spettro Rosso sono sicuramente il comic relief della storia.

Bai Ni è invece l’amica d’infanzia/interesse amoroso di Qing Ming. Il suo grosso problema è la mancanza di caratterizzazione. È una donna forte, è una guerriera, è giusta ed è capace di discernere la verità dalla menzogna, decidendo con la sua testa cosa sia giusto e cosa sbagliato. Non ci viene però dato nessun altro appiglio per capire profondamente questo personaggio. Ci sono alcuni flashback sulla sua infanzia ma aiutano solamente ad aumentare questa percezione di donna ipoteticamente perfetta che le viene cucita addosso.

Continuando col confronto delle creature al fianco di Qing Ming, iniziato nell’altra colonna, in questo caso esistono i famigli: animali “umanoidi” che camminano su due zampe e indossano eccentrici vestiti. Oltre a loro ci sono due ninfe/fate, con poteri legati alla natura. I colori che li caratterizzano sono sicuramente più saturi e ricordano molto i personaggi secondari che si potrebbero incontrare in un videogame.

Decisamente sono migliori i personaggi di Dream of Eternity. Memorabili, ben caratterizzati. Nonostante i due film abbiano quasi la stessa durata, il primo è riuscito a comprimere, nelle due ore a sua disposizione, molte più sfaccettature e caratteristiche per i suoi personaggi.

Inoltre i primi, anche i secondari, risultano più adulti mentre i secondi sembrano più adatti a un pubblico più giovane. Basti pensare anche allo Spettro Rosso e alle sue caratteristiche di combattimento.

Forse il problema sta proprio nel prodotto da cui sono ispirate le due pellicole. Il libro, in quanto tale, ha più spazio per creare una psicologia dei personaggi per strutturata mentre invece il videogame è più incentrato sull’azione e quindi crea una carenza da questo punto di vista.

Villain

(Per non fare spoiler sui Villain, vi metto due foto dei nostri eroi nei loro momenti da combattenti.)

Bo Ya

Il villain di questa pellicola sembra essere il Serpente del Male ma in realtà c’è molto di più e tutta la verità la veniamo a scoprire solo nella seconda metà della pellicola.

Nella prima parte iniziamo a intuire quale potrebbe essere il vero nemico ma ci sono molti elementi disturbanti che ci impediscono di averne la conferma.

Mi è piaciuto molto questo elemento di disturbo, questo “ma sarà o non sarà?” che si respira.

Il villain finale quindi è il Serpente del Male ma non solo. Certo, come per la sua controparte, ha un ché di videoludico ma riesce comunque a risultare più cinematografico e meno uscito dal capitolo di un videogame. Forse anche in questo caso fa molto il tipo di realizzazione del combattimento.

Inoltre le motivazioni di questo villain sono profonde, hanno un’origine ben precisa, che rende anche poetico il suo essere il nemico. Ci si ritrova in quel ruolo, non lo è semplicemente perché quello è il ruolo che deve ricoprire.

Alla fine della pellicola, non lo si odia ma lo si apprezza come qualsiasi altro personaggio.

Qing Ming

Anche in questo caso, il villain è una sorpresa ma qui lo è totalmente. Non avevo assolutamente preso in considerazione quel personaggio anche se forse avrei dovuto arrivarci vedendo il cast del film.

Sì, perché in questo caso, il villain “ciccia fuori” (termine tecnico) dal cilindro. Improvvisamente quello che doveva essere il villain non lo è più, non come era sembrato, e il vero nemico è un altro.

In questo caso, l’origine videoludica della pellicola si sente tantissimo, visto l’aspetto del nemico. Un mostro, metà insetto e metà uomo, con poteri da super cattivo e un assetto di combattimento che ricorda molto quello dei videogame alla Final Fantasy (vi ricordate lo scontro con Jenova e Sephiroth alla fine del settimo capitolo? Le vibes sono quelle!).

Oltre a essere il classico nemico da videogame, in questo caso il nemico è tale perché deve esserlo. Non ha particolari scopi reconditi. È il villain perché semplicemente vuole essere il più forte e comandare tutto.

Non ha un vero sviluppo psicologico e mi spiace perché con Qing Ming, che è la sua nemesi, il lavoro di caratterizzazione è stato portato avanti molto bene.

Da una parte abbiamo un villain sfaccettato, con delle motivazioni profonde, ben precise, ben studiate, dall’altra abbiamo un classico villain che è cattivo in funzione della trama, decisamente più appiattito.

Combattimenti

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

I combattimenti in The Yin Yang Master: Dream of Eternity iniziano presto. Già nei primi minuti della pellicola, non manca una meravigliosa sequenza di lotta.

Oltre ai protagonisti, che combattono in prima persona, ci sono anche i guardiani, spiriti demoniaci richiamati dalla magia di Qing Ming e in grado di aiutare durante gli scontri più duri.

Proprio per questa varietà di personaggi coinvolti, gli scontri non ci risultano sono mai identici.

Trovo molto d’effetto il primo incontro-scontro fra Qing Ming e Bo Ya. I due fanno conoscenza scontrandosi. I loro stili di combattimento sono molto diversi e così anche le armi utilizzate. Bo Ya fa uso di arco e spada mentre Qing Ming combatte semplicemente col suo ventaglio ma si tengono testa a vicenda.

C’è poi lo scontro finale, in cui Bo Ya e Qing Ming uniscono le forze. In questo caso, Qing Ming sfrutta i poteri dei suoi guardiani e Bo Ya si trasforma in qualcosa di completamente nuovo.

The Yin Yang Master

In The Yin Yang Master abbiamo lo stesso incontro-scontro fra Qing Ming e Boya anche se avviene in modo completamente differente e soprattutto è molto meno spettacolare. Il loro scontro finisce subito, con un chiaro vantaggio di Qing Ming, troppo potente per il soldato Boya.

Qing Ming ha infatti dalla sua sia il fedele ventaglio, tipico del personaggio, che la magia. Boya invece combatte con la spada, bastone o mani nude per tutto il film.

Gli scontri successivi si dividono in due categorie: “Qing Ming vs” e “Boya vs”.

Per tutto il film ci troviamo a vedere scontri POV, in cui uno dei due protagonisti deve affrontare un nemico, un po’ come capita proprio nei videogame. Ogni tanto c’è un nemico da affrontare, lo si combatte in solitaria e si guadagnano punti esperienza. Durante la visione, la sensazione è questa.

Per onestà intellettuale devo però ammettere che lo scontro fra Qing Ming e Bai Ni è visivamente molto bello. Tutta la parte delle porte decorate e dei corridoi infiniti, con l’acqua a terra, è veramente godibile.

I combattimenti POV forse permettono di immedesimarsi di più nei personaggi? Rimango dell’idea che il dinamismo e la varietà siano un gran punto di forza.

Finale

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

The Yin Yang Master: Dream of Eternity ci regala un finale memorabile, carico di pathos e di messaggi.

La conclusione è perfettamente in linea col resto del film e anzi lo rende anche migliore. Il momento dei saluti in cui Bo Ya, e lo spettatore con lui, accompagna col pensiero Qing Ming nel suo viaggio verso casa è uno dei più poetici che io abbia visto in una produzione orientale.

Negli ultimi minuti del film mi scende sempre la lacrimuccia e non posso fare a meno di emozionarmi anche grazie alla ost che accompagna gli ultimi fotogrammi e i titoli di coda.

Inoltre questo film presenta un finale a metà dei titoli di coda che lascia aperta la porta a eventuali sequel. So che in teoria sarebbe già in lavorazione il secondo (che, senza intoppi, dovrebbe arrivare per il 2024) ma viste le accuse di plagio ci vado piano con la speranza.

The Yin Yang Master

The Yin Yang Master ha un finale dolceamaro, in cui Qing Ming si trova ancora di più escluso da entrambi i mondi, quello degli uomini e quello dei demoni.

Mi piace comunque quel senso di legame affettivo che hanno voluto dare, almeno sul finale, a Boya e Qing Ming.

Per quanto sia un finale meno positivo di quello di Dream of Eternity, l’ho trovato comunque meno emozionante. Forse anche perché mi è spiaciuto vedere Qing Ming finire a quel modo.

Anche per questo c’è la possibilità di un sequel? Probabile. Non ci sono scene o elementi lasciati aperti ma derivando da un videogame, ci sono potenzialmente infinite storie che potrebbero essere prese e adattate per un film.

Ci spero? Sicuramente vorrei avere un altro film con protagonista questo Qing Ming!

Cast

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

Partiamo da una premessa. Questo film sembra essere stato fatto per premiarmi perché il cast è formato da attori che apprezzo molto e soprattutto che conosco! Sono una novellina, ho iniziato a guardare Drama un anno fa e cinesi solo da sei mesi. Eppure li conosco tutti! Beh, non proprio ma moltissimi! Inoltre trovo che siano tutti azzeccatissimi per i ruoli assegnatigli!

Mark Chao – Qing Ming

Mark Chao

Classe ’84, Mark Chao è un attore Taiwanese-Canadese che all’attivo diversi film arrivati anche nel nostro paese. È il giovane Dee Renjie nella serie di film del Detective Dee ed è uno dei protagonisti di The Warriors Gate, film franco-cinese scritto da Luc Besson.

Il suo ruolo più memorabile però è sicuramente quello di Ye Hua in Ten Miles of Peach Blossoms-Eternal Love, Xianxia in 58 episodi.

Mark Chao è uno dei miei attori orientali preferiti. In pochi mesi ho quasi recuperato la sua intera filmografia. Peccato che alcuni titoli siano introvabili.

Deng Lun – Bo Ya

Deng Lun

Classe ’92, Cinese e idolo delle folle. Non sto scherzando… Fra i fan di cinema e televisione del Sol Levante, Deng Lun è fra i più amati.

Il suo Drama più famoso è sicuramente Ashes of Love. Non avevo amato particolarmente il suo personaggio ma lui è sicuramente un bravissimo attore e lo ha dimostrato anche con The Yin Yang Master: Dream of Eternity.

Wang Duo – He Shouyue

Wang Duo

Classe ’91, Cinese, Wang Duo è uno di quegli attori su cui non riesco a essere obiettiva. Carismatico e talentuoso, meriterebbe maggiori riconoscimenti e un ruolo da Main Lead.

Collega di Qu Chuxiao in Bloody Romance, interpretava Gong Zi il Duca di Ning, personaggio che è riuscito a oscurare chiunque altro in quel Drama.

Xu Kaicheng – Pittore Matto

Xu Kaicheng

Piccola menzione per Xu Kaicheng, classe ’90, Cinese e molto apprezzato dai fan dei C-Drama. Io stessa lo trovo bravissimo e sono stata felice di trovarlo in questo film.

Lo potete vedere in Well-Intended Love e Dance of the Phoenix.

The Yin Yang Master

In questo caso conosco solo tre degli attori del cast. I due uomini mi piacciono, uno più dell’altro, ma non rientrano sicuramente fra i miei preferiti in assoluto. La donna, che ho visto in due film sempre con Chen Kun, ho avuto modo di apprezzarla anche qui. Sono comunque degli attori molto validi ed è un piacere vederli sullo schermo, interagire fra di loro e con gli altri del cast.

Chen Kun – Qing Ming

Chen Kun

Classe ’76, Chen Kun è un attore Cinese di grande talento. Poco conosciuto qui in occidente, trovo sia uno degli attori più sottovalutati del panorama cinese. Se ne parla troppo poco nonostante sia dotato di grandi capacità recitative e carisma.

Famoso principalmente per i due film della serie Painted Skin e per il film di Mulan del 2009, Chen Kun è presente anche in diversi Drama, purtroppo di difficile reperimento.

45 anni portati divinamente, non ha nulla da invidiare ai colleghi più giovani. Guardatevi questo film e poi ditemi.

Qu Chuxiao – Yuan Boya

Qu Chuxiao

Classe ’94, Cinese e molto apprezzato. Meno conosciuto di Deng Lun, ha comunque un fanbase di tutto rispetto.

Visto e amato in Bloody Romance, ha dato prova di essere un ottimo attore nonostante la giovane età. Peccato che in The Yin Yang Master in realtà abbia avuto poca possibilità di mettere in mostra le sue capacità.

Zhou Xun – Bai Ni

Zhou Xun

Classe ’74, Cinese. È stata una delle Quattro Giovani Dan attrici. (Ossia le attrici che hanno dominato il cinema cinese per un determinato lasso temporale)

Ha recitato molte volte al fianco di Chen Kun ed è stata particolarmente brava nella serie di film di Painted Skin, in cui interpreta un demone che si innamora di un umano.

William Chan – Ci Mu

William Chan

Classe ’85, di Hong Kong, è un cantante, ballerino e attore. Non conosco quasi nulla della sua carriera ma qui ha dato prova di essere un buon attore e anche un bravo cantante (una delle canzoni della colonna sonora è affidata a lui)

Ci sono altri attori, in entrambe le pellicole ma ho tentato di citare solo quelli che conosco o i più importanti per non rischiare di fare un’interminabile lista della spesa. Entrambi i cast meritano attenzione e apprezzamento. Non sono stati scelti a caso ma con grande cura.

Effetti speciali

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

Arriviamo al punto più controverso del film. The Yin Yang Master: Dream of Eternity è infatti stato accusato di plagio per quanto riguarda alcuni degli effetti speciali usati nel film.

I portali creati da Qing Ming, infatti, ricorderebbero troppo quelli usati nel film Marvel Doctor Strange. È vero, sono simili ma non è nemmeno l’unico film in cui compaiono portali di questo tipo. In Cina però sono molto rigidi su queste cose e il film è stato ritirato dalle sale. Si aveva paura anche per la possibilità di vederlo in Italia. Per fortuna è andato tutto bene.

Parlando degli altri effetti speciali, questo film è una vera gioia per gli occhi. La Cina non è famosa per gli effetti speciali nei film, tutt’altro. Spesso sono molto “cheap”, fatti alla meno peggio, mentre in questa pellicola non hanno nulla da invidiare alle produzioni Hollywoodiane. In particolare ho trovato di grandissimo effetto due cose: la prima è sicuramente quella in cui Bo Ya piomba giù dal cielo e distrugge la statua del guardiano che ha attivato col suo sangue. La seconda è tutta la sequenza col Serpente del Male. Il serpente è realizzato benissimo, così come le parti in cui il villain (non spoilero!) si integra ad esso, diventando parte del demone. Il combattimento finale è fluido, non risulta finto. È coinvolgente anche per la qualità della CGI.

The Yin Yang Master

Tanto dolente per questo film. Ci sono delle cose realizzate molto bene e altre che invece lasciano a desiderare.

A favore ci sono sicuramente le ambientazioni, i momenti in cui la CGI aiuta a ricreare gli incantesimi di Bai Ni e Qing Ming, soprattutto nella scena del loro scontro.

Molto bella è anche la trasformazione di una delle due fate in albero, durante lo scontro finale del film.

Arriviamo però ai tasti dolenti: il perso della CGI l’ho trovata meno curata rispetto a Dream of Eternity. I famigli, lo Spettro Rosso, i demoni vari che vediamo durante la pellicola, non si muovono con la naturalezza che ci si aspetta da un film simile. Questo porta solamente a continuare a trovare tutta la pellicola simile al videogame da cui è tratta.

In generale ho trovato tutto troppo “giocattoloso” e finto. Ho faticato a sentirmi trasportata nella storia. Anche se, ripeto, con le ambientazioni il lavoro fatto è stato magistrale.

Carina anche l’idea della torre magica al cui interno è custodito l’artefatto che dà il via alla storia. Bella la scena del suo scioglimento.

Soundtrack

La Soundtrack di The Yin Yang Master: Dream of Eternity è un piccolo capolavoro. Fin dalla prima visione di questo film, mi sono innamorata sia della OST cantata che di quella strumentale. Guardate il film e ditemi se non avrete amato ogni accompagnamento musicale.

Di grande impatto è Tomb of Infatuation, cantata da Deng Lun (non sapevo avesse una voce tanto bella!) e protagonista dell’ultima scena e dei titoli di coda della pellicola. Accompagna lo spettatore nella chiusura della storia ed è perfetta per questo ruolo.

Xin Shang Ren è un’altra delle canzoni che merita di essere apprezzata. Se riuscite, andate a leggere i testi tradotti e poi disperatevi insieme a me!

Fino a qualche giorno fa, non avrei saputo cosa dire sulla Soundtrack di The Yin Yang Master. Ho dovuto cercarla dopo aver visto il film e ascoltarla con attenzione per capire come parlarne.

Nonostante vi siano anche in questo caso dei brani molto belli, si fatica a notarli all’interno della pellicola. Forse perché c’è davvero troppa carne al fuoco. In Dream of Eternity, ci sono dei momenti in cui è la musica la protagonista mentre qui non c’è mai un momento in cui fermarsi un attimo ad ascoltare con attenzione.

Andate comunque a recuperare questa: Promise, cantata da William Chan, ma anche A Place of Belonging.

Fotografia e Atmosfere

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

Tinte fredde, desaturazione dei colori… Sono questi gli elementi che contraddistinguono The Yin Yang Master: Dream of Eternity.

Se ci pensiamo, i gialli dorati, gli arancioni, i rossi, sono usati quasi esclusivamente per la manifestazione della magia. Tutte le scene in cui c’è una maggioranza di colori caldi, c’è anche una forte componente magica. Un burattino di carta, un demone da combattere, i Guardiani di Qing Ming o i portali… Questo spiega anche la scelta stilistica per alcuni dei costumi dei personaggi. Fateci caso, io purtroppo non posso dire altro o farei spoiler.

L’unica eccezione viene dalle lanterne, dalle luci all’interno del film. Sono gli unici elementi che non posseggono magia ma che creano la magia per lo spettatore. L’arrivo nella Città Imperiale e la partenza di Qing Ming, sono due momenti carichi di pathos e il contrasto del buio con le luci calde portano lo spettatore in una dimensione che ha qualcosa del sogno.

In generale tutte le atmosfere del film sono oniriche. L’azzurro, il bianco ghiaccio, il blu, i grigi, il nero sono i colori che più di tutti sono presenti all’interno di questa pellicola.

The Yin Yang Master

In The Yin Yang Master si ha la scelta opposta. I colori sono brillanti, forti anche se anche qui si gioca un po’ sulla desaturazione in alcune scene.

Si vede che questo prodotto è tratto da un videogame perché ne riprende moltissimo le atmosfere. Tutto deve attirare l’attenzione dello spettatore e bombardarlo di colori, particolari, elementi che a un primo sguardo non si percepiscono. Se in Dream of Eternity ci sono pochissime scene caotiche e cariche di elementi, qui è esattamente il contrario. Sono poche le scene in cui ci sono pochi elementi su cui focalizzarsi e nella loro totalità hanno come protagonista Qing Ming. Bravissimo Chen Kun a bucare lo schermo in questi momenti e a rendere perfettamente quell’alone di mistero attorno al suo personaggio.

Proprio per questo suo continuo rimando al videogame, la battaglia finale è un tripudio di colori e ha proprio l’impostazione da battaglia finale dei giochi. Guardandola, sembra di avere di fronte un gameplay… Forse anche a causa dei movimenti poco fluidi dei personaggi.

È però molto bello e d’effetto lo scontro finale fra un Qing Ming “super sayan” e il villain. Belle le inquadrature strette e centrali su Qing Ming.

Simbologia e Tematiche

The Yin Yang Master: Dream of Eternity

Lo Yin e Lo Yang nominati nel titolo viene riproposto molte volte all’interno di questa pellicola. I protagonisti lo rappresentano alla perfezione, sia con i colori dei loro abiti (Qing Ming veste sempre di bianco mentre Bo Ya sempre di nero) che con il significato stesso di questo simbolo. Solo quando lo Yin e lo Yang collaboreranno, si ritroverà l’equilibrio ed è esattamente quello che accade nel film.

La situazione inizia a volgere verso una risoluzione quando i due protagonisti iniziano a collaborare realmente, a fidarsi dell’altro.

Questa però non è l’unica simbologia all’interno di The Yin Yang Master: Dream of Eternity. Tutta la pellicola ne è costellata e sta allo spettatore notare e interpretare i piccoli segni lasciatici.

Bella anche la tematica dell’accettazione del diverso. Qing Ming e Bo Ya, all’inizio, non si comprendono perché vengono da due mondi completamente diversi. Qing Ming è un mezzo demone che ha un rapporto conflittuale con gli umani, Bo Ya è un cacciatore di demoni che non si fida di questi esseri, eppure imparano ad accettarsi e a capirsi. Capiscono che non sono importanti le proprie origini ma come decidiamo di vivere la nostra vita.

The Yin Yang Master

In The Yin Yang Master non sono presenti molti simbolismi. Viene sicuramente meno tutta la questione sullo Yin e lo Yang, non avendo nessuno sullo stesso piano di Qing Ming.

Ci sono però delle tematiche interessanti in questo film. Anche in questo caso c’è l’accettazione del diverso. Qing Ming non è come gli altri. Non è ne umano ne demone e come tale viene visto con sospetto da entrambe le parti. Non appartiene a nessuno dei due mondi ma questo non impedisce agli altri di scoprire e apprezzare il suo valore.

C’è anche una bella tematica sull’amicizia, anche se in realtà poco sviluppata, anche qui fra il protagonista e Boya. Il loro rapporto, iniziato in modo conflittuale come nell’altra pellicola, finisce per evolversi in una bella amicizia che porta a un epilogo emozionante almeno da questo puto di vista. Avrei voluto vedere di più e non solo un paio di scene e qualche flashback sul finale.

Ovviamente non manca il tema della lotta contro il male, in realtà punto centrale di tutto il segmento finale della pellicola. In generale non ci sono temi nuovi e quelli già visti non sono affrontati in modo differente dal solito.

Considerazioni finali

Arriviamo quindi alla conclusione di questo confronto fra The Yin Yang Master: Dream of Eternity e The Yin Yang Master.

The Yin Yang Master - Confronto

Ecco, ormai si sarà capito verso quale dei due propende la mia preferenza. The Yin Yang Master: Dream of Eternity è uno di quei film che mi ha colpito fin da principio, portandomi ad amare ogni singola scena e ogni scelta nella storia. Non è un film perfetto, ha anche lui qualcosa su cui si sarebbe potuto lavorare meglio ma è un ottimo film. Intelligente, d’intrattenimento ma profondo, con personaggi ben caratterizzati. Dall’altra parte abbiamo The Yin Yang Master che è sicuramente un ottimo prodotto d’intrattenimento, con molti elementi buoni od ottimi ma che non vince uno scontro diretto con il suo avversario. Merita comunque una visione per farsi una propria idea sulla pellicola.

Io intanto cerco di trovare i vecchi film di inizio anni 2000 per vedere anche quelli! Vi saluto con i trailer e i voti finali per entrambe le pellicole!

Voto: 10/10

Voto: 7/10