Ben ritrovati, Collezionisti!
Dopo moltissimo tempo, esce una recensione che non fa parte di un evento e soprattutto di un libro self. Ringrazio l’autrice, Elisa Fumis, per avermi contattato chiedendomi di recensire il suo Vendere un cuore al mercato nero

Prima di cominciare, come sempre, ecco la scheda del libro.

Vendere un cuore al mercato nero - Copertina

Vendere un cuore al mercato nero e altri racconti

Elisa Fumis

€ 4,00

I cinque racconti che compongono questa raccolta scavano nel profondo dell’animo umano, conducendo il lettore a compiere un viaggio alla scoperta dei sentimenti più intimi e torbidi, tra sogno e realtà. Si passa dalle atmosfere oniriche a quelle più introspettive, da quelle romantiche e pure, con richiami ai manga per ragazze, a quelle più cupe e soprannaturali. Lo stile suggestivo che caratterizza l’autrice porta a un’associazione di immagini avvincente, misteriosa e molto emozionante.

In Vendere Un Cuore Al Mercato Nero, che dà titolo all’intera antologia, troviamo un ragazzo insofferente e uno strano aneddoto che sembra una profezia e che cambierà le vite dei protagonisti.

Brutto porta alla luce il tormento di un giovane, che ancora non riesce ad accettarsi e che vive basandosi sulle proprie percezioni, spesso lontane dalla realtà.

Tokyo è la manifestazione dei pensieri di una ragazza che cela un radicato senso di vuoto e che cerca consolazione nel proprio ragazzo, dove anche in questo caso il mondo reale si fonde con quello interiore e fantastico.

Lucciole è il racconto più cupo della raccolta, dove troviamo una giovane donna che non riesce ad accettare la propria morte e vorrebbe vivere ancora, per non dimenticare ed essere dimenticata, per amare ed essere amata per la prima volta.

L’antologia si chiude con La Casa, dove ritroviamo alcuni personaggi già presenti in Lucciole e che lascia spazio alla speranza e all’amore, senza riserve, abbandonando in modo definitivo le angosce e i sensi di colpa.

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DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso dell’autrice per fini recensionistici.

Vendere un cuore al mercato nero è una raccolta di cinque racconti molto particolari. L’autrice ci porta in un mondo introspettivo e inaspettato, che all’inizio può far sentire il lettore spaesato.

Trovo sempre molto difficile parlare di libri con una forte componente introspettiva. Non perché non abbia mai provato quei sentimenti o perché non conosca, almeno in parte, la profondità dell’animo umano ma perché ho sempre paura che il mio commento possa risultare banale e superficiale. Cercherò di fare in modo che non accada ma in caso sia questa l’impressione che darò, mi scuso in anticipo.

I cinque racconti sono uniti da un unico filo conduttore: quello della perdita. Il sentimento di perdita si presenta sotto diverse forme: perdita della vita, perdita di una persona amata, perdita del senso del reale e paura della perdita. Questa sensazione di perdita, avvenuta o imminente, ci segue per tutta la lettura creando anche un senso di ansia nel lettore.

I racconti, nonostante seguano questo stesso filo conduttore, non funzionano tutti allo stesso modo. Alcuni risultano più completi e ben scritti mentre altri sembrano affrettati o ancora incompleti, come se mancasse ancora un particolare, un qualcosa in più per renderli perfetti. Personalmente, trovo che il migliore della raccolta sia Tokyo… Forse anche per la sua lunghezza, nettamente superiore a quella degli altri racconti. Di questo racconto ho apprezzato particolarmente la componente fantasy della realtà che si fonde con la finzione del manga disegnato dalla protagonista, ho apprezzato le atmosfere e, ancora più importante, l’ambientazione orientale.

Dovete sapere che questa raccolta ha diverse ambientazioni: nei primi due racconti, siamo in occidente, molto probabilmente in Italia, mentre i tre racconti finali sono ambientati in Giappone. Questa seconda ambientazione ha fatto guadagnare punti ai tre racconti anche se, devo ammetterlo, i due racconti finali, gli unici due collegati fra di loro, hanno diverse pecche di cui vorrei parlare con voi.

Capisco che in un racconto di poche pagine non si possano analizzare a lungo i sentimenti e non si possa nemmeno creare una grande evoluzione nei personaggi come in un romanzo ma tutto mi è sembrato eccessivamente veloce e repentino. Nel primo di questi due racconti, due personaggi si innamorano nel giro di circa una settimana e nel secondo racconto viene ribadito che questo è un grande amore. Ecco… Forse non ho mai provato il colpo di fulmine dei grandi romanzi romance ma una settimana, per la nascita di un così grande amore, mi sembra un po’ poco. Ho apprezzato molto però la descrizione delle anime come lucciole in attesa di raggiungere un luogo eterno migliore. La trovo un’immagine molto poetica e d’effetto.

Nel secondo racconto si crea un’altra coppia e anche qui le dinamiche sono confuse e troppo repentine. Di punto in bianco ci si ritrova con questi due personaggi che si piacciono a vicenda ma prima non ci viene dato nulla per comprendere che possa succedere e dopo mi sembra tutto un po’ superficiale. Nonostante questo, tutta la parte dedicata alla casa infestata e all’anima irrequieta che ne disturba la pace l’ho trovata molto interessante. Molto carino anche il personaggio più giovane del gruppo, una ragazza, prima introdotta come un personaggio da aiutare ma che poi scopre una forza interiore che la porterà a essere lei stessa a risolvere la situazione.

La storia di questi due racconti mi è piaciuta molto ma la parte romantica l’avrei strutturata meglio.

Per quanto riguarda i primi due racconti, di cui non ho ancora detto nulla, Vendere un cuore al mercato nero è riuscito a farmi accapponare la pelle. Dovete sapere che non apprezzo particolarmente l’idea di organi umani esposti o tenuti come ricordo. È scritto bene ma non è assolutamente nelle mie corde. Quindi diciamo che sono stata parecchio felice quando sono finalmente passata al secondo racconto!

Brutto è un buon racconto. Molto particolare perché unisce alla realtà una dimensione onirica su più dimensioni. Ho trovato creativa la messa in scena dell’intera storia e la fine che ci è stata proposta. Sicuramente inquietante sotto diversi punti di vista ma apprezzabile questo “timey wimey wibbly wobbly“. Chi è fan di Doctor Who mi capirà!

In generale posso dire che questa raccolta ha del potenziale. L’autrice ha ancora da imparare, trovo il suo stile ancora acerbo, migliorabile, ma le idee sono buone e non segue la massa solo perché è ciò che piace al pubblico. Questo sicuramente è qualcosa di apprezzabile. Nei suoi scritti si può notare una bella profondità, che difficilmente ho trovato in altri autori self italiani (me ne viene in mente solo un’altra). Certo, non è un libro da leggere a cuor leggero, viste le tematiche trattate, ma se vi piace il genere, è un buon libro da mettere nella TBR.

Aggiungo che Elisa Fumis, nonostante sia un’autrice self, fornisce al lettore un libro ben curato, senza particolari errori o sviste. Lo considero un piccolo miracolo, visti i miei precedenti!

Una sufficienza piena e un pezzettino, non per demoralizzarla ma per spronarla a fare sempre meglio! Sono sicura che questa autrice potrà crescere sempre di più!

VOTO: 3,5/5