DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso della casa editrice per fini recensionistici

Ben ritrovati, Collezionisti!
Torna un nuovo Review Party! Ne sto facendo molti in questo ultimo periodo ma questo libro non potevo assolutamente farmelo scappare. Scopriamo insieme perché…

 

Figli di Sangue e Ossa

Tomi Adeyemi

In uscita il: 2/10/2018

Copertina Rigida: € 18,00

Un tempo i maji, dalla pelle d’ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orïsha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l’eredità degli antenati.

Al suo fianco c’è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, attraverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell’acqua. Un’esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.

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Review Party - Figli di Sangue e Ossa di Tomi Adeyemi

Uno dei modi in cui rimango informata sulle nuove uscite, è seguire BookTube Italia. È proprio grazie ad alcuni di questi canali che ho scoperto l’esistenza di questo romanzo. Si parlava dell’edizione in lingua, ovviamente, ma i commenti entusiasti, le parole di elogio per questo romanzo mi hanno portato a provare un grande, enorme hype quando ho saputo che sarebbe stato pubblicato anche in Italia. Mi ero ripromessa di comprarlo il giorno dell’uscita pur di leggerlo subito quindi, quando mi è stato proposto di leggerlo in anteprima per scrivere questa recensione, non mi sono lasciata scappare un’occasione così ghiotta di poter mettere fine alla mia attesa qualche giorno prima.

Come avrete capito, le aspettative erano alle stelle, ero pronta a trovarmi davanti ad un capolavoro del genere, qualcosa che mi facesse emozionare come poco altro era riuscito a fare in questo ultimo anno. Le aspettative non sono state deluse.

Nonostante le prime pagine siano state difficili da leggere, il mondo presentato è così distante da quello conosciuto che la prima impressione è quella di trovarsi davanti a qualcosa di totalmente incomprensibile, la storia prende subito il via, catapultandoci immediatamente negli eventi. Conosciamo Zélie e la sua famiglia. Tzain, suo fratello, Baba e Mama Agba che per quanto non abbia legami di sangue con la ragazza, è quasi una figura materna, una donna che crede in lei e le insegna a prendersi cura di sé stessa, a combattere.

Col passare dei primi capitoli, iniziamo a capire il mondo che stiamo affrontando. Un mondo in cui le persone come Zélie sono considerate delle “larve”, sopravvissuti di un antico popolo dotato di grandi poteri ora ridotti in schiavitù, seviziato e uccisi senza il minimo rimorso. I Maji, il popolo da cui discende la nostra protagonista hanno perso i poteri undici anni prima, appena qualche ora prima del terribile Raid, l’evento che ha portato alla distruzione della loro cultura e delle vite di molti. Tutti i Maji di Orisha, il regno in cui è ambientata la nostra storia, sono stati trucidati dagli uomini del re Saran, un uomo senza poteri che odia i Maji con tutto sé stesso. Questo è l’orrore di cui veniamo a conoscenza fin dalle prime pagine, un orrore che colpisce forte come un pugno nello stomaco.

Le cose cambiano quando Zélie incontra Amari, giovane principessa e figlia di Saran, pronta a combattere al suo fianco per mettere fine agli orrori perpetrati da suo padre. Con lei e Tzain, suo fratello, Zélie parte per un’avventura da cui dipende la sua vita e quella del suo popolo, un’avventura che si prefissa di ridare dignità e libertà al popolo dei Maji.

I personaggi principali sono quindi Zélie, Amari, Tzain e Inan, il principe e fratello di Amari. È attraverso i POV alternati delle due ragazze e del principe Inan che seguiamo questa epica avventura. Grazie a questo cambio di prospettiva, ci è permesso di imparare a conoscerli intimamente, più profondamente di quanto un POV unico avrebbe potuto fare.

Scopriamo l’animo forte e combattivo di Zélie, la nostra protagonista. È una ragazza di diciassette anni che si ritrova immischiata in una cosa mille volte più grande di lei ma che con coraggio continua ad andare avanti, a lottare per il bene collettivo, quasi senza mai pensare a sé. Ha un fuoco che le brucia dentro e che la porta a continuare a combattere anche quando tutto sembra perduto. Per molti aspetti mi ha ricordato la Catniss Everdeen di Hunger Games. La forza che le spinge è la medesima, un passato doloroso, un passato di soprusi e paura è ciò che le spinge ad andare avanti.

Nonostante Zélie non sia il personaggio più originale della storia, la psicologia che le crea intorno l’autrice la rende molto più vivida delle sue “sorelle” precedenti. Ho trovato alcuni dei suoi ricordi così vividi e terribili da farmi soffrire quanto lei.

Amari è la dolce principessa di Orisha. La conosciamo come una ragazza impaurita, sottomessa e insicura ma che col passare delle pagine trova la sua forza e il suo coraggio. All’inizio nemmeno lei capisce bene le sue possibilità, il perché del suo gesto che la porta a scappare da palazzo per aiutare gli indovini, i Maji del presente che vivono senza poteri, ma pian piano trova il suo posto nel mondo e nella storia. La sua naturale gentilezza, la sua dolcezza, la sua paura, la rendono un personaggio estremamente umano. Fra tutti quelli del romanzo, è sicuramente quello in cui quasi tutti potranno ritrovarsi, quello per cui si tifa, per cui si spera in un lieto fine. La sua paura è reale ma non si fa fermare da essa, continua ad andare avanti, a combattere per la sua causa.

È sicuramente il personaggio più positivo e “bianco” della storia.

Tzain è il fratello maggiore di Zélie. È lui che la protegge sempre, che la guida e che cerca di tenerla al sicuro dagli orrori del mondo. Sarà la mancanza di un suo POV o forse semplicemente il meno spazio a lui dedicato ma Tzain è il personaggio che ne esce peggio da questo romanzo. Per quanto si possa capire il suo comportamento nella maggior parte delle situazione, traspare comunque come un personaggio insofferente, sempre troppo “inquadrato”. Per lui è tutto bianco o nero, le varie sfumature di grigio non esistono.

Questo me lo rende meno apprezzabile di quanto avrei voluto. Nonostante questo suo modo di essere, sono innegabili tutte le volte in cui il suo coraggio e il suo carisma si sono dimostrati essenziali per il proseguo della storia.

Terminiamo con Inan, il principe di Orisha e mio personaggio preferito. È il personaggio più controverso della storia, difficile da inquadrare, da capire e da sostenere. So che il suo fanclub sarà estremamente ridotto ma è un personaggio che, se letto con attenzione, da moltissimi spunti di riflessione. Inan infatti è la rappresentazione della nostra società, di ciò che siamo. È un personaggio intrinsecamente buono a cui però è stato fatto un lavaggio del cervello dalla società a cui appartiene.

Rinuncia a sé stesso per essere ciò che la società, e suo padre in primis, gli impone di essere. Abbandona Inan per essere il principe di Orisha, una figura così diversa da ciò che è realmente. Durante la lettura dei suo POV, infatti, ritroviamo spesso le regole, che gli sono state inculcate, ripetute come un mantra, per ricordare cosa il regno e suo padre pretendono che sia. Lui ragiona con i dogmi che gli sono stati inculcati e quando si scontra con la verità, inizia a mettere in dubbio ciò che gli è stato insegnato.

È la rappresentazione della paura del diverso che tanto attanaglia la nostra società moderna. Un cambiamento, anche potenzialmente positivo, lo spaventa, lo destabilizza. È il personaggio più reale di tutti, fatto di sfaccettature, di gradazioni di grigio, che lo rendono un personaggio mai banale, mai piatto. In mezzo a protagonisti che risplendono di luce propria, paladini della giustizia e della libertà, la sua paura, i suoi dubbi, la sua lotta interiore risalta rendendolo un personaggio che non ho potuto che amare fin dal primo istante.

Un grande lavoro è stato fatto anche sui personaggi secondari. Mama Agba, la prima che incontriamo durante la storia, è un personaggio che, nonostante i pochi momenti a lei dedicati, spicca per il suo animo forte, generoso e combattivo. Il suo spirito, la sua forza, riecheggia anche quando non è materialmente nella scena. La ritroviamo nella forza combattiva di Zélie, nel suo coraggio.

Anche la madre di Zélie e Tzain è un personaggio con una grande presenza. Morta durante il Raid, la conosciamo e vediamo attraverso i ricordi di Zélie. La forza della Maji ci arriva forte e chiara, la sua presenza non ci abbandona mai.

I vari indovini che conosciamo durante la storia, capitanati dalla piccola Zu, sono anch’essi personaggi di forte impatto. Non possiamo fare a meno di sperare che possano trovare la pace e la serenità che meritano.

Anche il borseggiatore e mercenario Roen è un personaggio che ho trovato molto affascinante. Il suo ruolo nella storia è molto marginale ma il carisma che esercita sul lettore è innegabile.

Arriviamo al vero cattivo della storia. Saran, il re di Orisha, il re che io considero totalmente pazzo nella sua completa incapacità di vedere gli orrori da lui perpetrati. È un personaggio così negativo che mette i brividi solo a nominarlo. La sua ombra oscura minaccia tutto il regno e non smette mai di aleggiare minacciosa durante tutta la lettura.

 

Le ambientazioni a cui da vita Tomi Adeyemi sono ricche di colori, di profumi, vivide nella nostra mente mentre leggiamo. Quella che più mi è rimasta impressa per la sua dimensione sogno, dove ci troviamo più volte durante la lettura. È così onirica, particolare e mutevole che non può che affascinare durante la lettura.

Lo stile di scrittura rende tutto ancora più vivido, più epico e più colorato che mai. La Adeyemi, ci tiene incollati alla sua storia senza farci mai riprendere il fiato. Ho passato le ore di lettura con gli occhi incollati alle pagine, in attesa di scoprire cosa mi avrebbe riservato il capitolo successivo. Il susseguirsi di colpi di scena, di battaglie terribili, di nuovi luoghi e nuovi personaggi da conoscere ha reso la lettura ancora più intensa.

Tomi Adeyemi ha creato un mondo con leggende, popoli, luoghi e personaggi così tridimensionali, sfaccettati, vividi e allo stesso tempo reali da rendere la lettura un’esperienza totalmente immersiva e totalizzante. Alla fine della lettura ci si sente svuotati, provati come anche i protagonisti lo sono.

Aspetto con impazienza il sequel per reimmergermi in questo mondo e tornare ad apprezzare lo stile di scrittura della Adeyemi.

 

La migliore lettura di quest’anno.

VOTO: 5/5

Review Party - Figli di Sangue e Ossa di Tomi Adeyemi

Prima di salutarci, con le altre colleghe dei blog partecipanti al Review Party, abbiamo pensato di lasciarvi qualche domanda e risposta che vi incuriosiscano a leggere anche le recensioni delle altre. In fondo potete trovare tutti i link ai blog partecipanti! Le mie risposte sono nel blog I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro

Vi pubblico le risposte di Elisa del blog Viaggiatrice Pigra:

Quale tipo di Maji ti piacerebbe essere?

La risposta è facile, da sempre la morte ha un fascino particolare per me e quindi mi piacerebbe avere un potere legato ad essa, come la protagonista di quest’avventura incredibile, Zélie: ovvero un Mietitore.

In quale villaggio ti piacerebbe vivere?

Preferirei l’insediamento ad un villaggio, per l’armonia che ne regna, difficile da trovare altrove.

Qual è il tuo personaggio preferito? Qual è quello in cui ti sei ritrovata di più e quello più distante?

Per il carattere, quello che mi assomiglia di più è decisametne Zélie: furiosa, diretta, impulsiva. Una forza della natura! (a cui ammetto vorrei assomigliare molto di più)
Ed è anche il personaggio che ho preferito durante la lettura, per il modo in cui la vediamo crescere, messa davanti a tante responsabilità quando ancora è giovanissima.
Quello più distante è sicuramente Inan, poichè non sono riuscita a comprenderlo per certe scelte che decide di fare…eh, no, non posso approfondire!

Quale personaggio secondario ti ha colpito di più?

Mi è rimasta molto impressa Mama Agba. Una donna che appare fin dalle prime pagine ma che capiremo meglio durante la narrazione, perché non sembra ma è davvero molto coraggiosa a prendersi cura delle “larve”, insegnando loro a sopravvivere e difendersi. Può sembrare banale, ma più si entra in questo mondo e si comprende come funziona la legge e le regole, più si capisce quanto sia stata fondamentale per molti aspetti.

Review Party - Figli di Sangue e Ossa di Tomi Adeyemi