Buongiorno, Collezionisti!
Dovete sapere che per La Stirpe della Gru di Joan He ho fatto un sacco di storie. Dovevo e volevo leggerlo subito, dovevo partecipare a un evento! Lo aspettavo tantissimo e il mio hype era alle stelle!

Ringrazio quindi Mondadori per avermi fornito il file in anteprima. Avete salvato la mia sanità mentale!

La Stirpe della Gru - Copertina

La Stirpe della Gru

Joan He

In uscita il: 19/01/2021

€ 22,00

La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell’anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell’arena dei giochi di potere e diventa all’improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l’omicida sia qualcuno che le è molto vicino. La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l’ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l’assassino.

I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi’a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un’indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge. Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto. Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?

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DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso della casa editrice per fini pubblicitari o recensionistici.

La mia passione per l’Oriente ha radici profonde e antiche. Ho iniziato ad appassionarmi da bambina, vedendo l’Anime Night di MTV, il mio interesse si è poi spostato sui Manga durante l’adolescenza. Da Aprile dello scorso anno, ho iniziato ad appassionarmi di Drama e ho scoperto una vera e propria passione per gli storici cinesi. Nei mesi ne ho recuperati molti e mi sono data anche alla lettura di qualche titolo con la medesima ambientazione.

Capirete quindi perché aspettassi con trepidazione La Stirpe della Gru di Joan He. Aveva tutte le caratteristiche per essere il libro non dell’anno ma del secolo, ciò di cui avevo più bisogno in questo periodo della mia vita, ma così non è stato, purtroppo…

La Stirpe della Gru è la storia di Hesina, una giovane principessa del regno di Yan. Suo padre, il Re, è morto da poco e lei è convinta che non sia stata una morte naturale ma un regicidio. Decide così di far aprire un processo appena incoronata regina. Dovrà muoversi fra chi le è davvero fedele e chi invece finge di essere dalla sua parte. Dovrà riuscire a risolvere il caso con l’aiuto di Akira, un misterioso rapinatore destinato ad aiutarla a trovare la verità.

Se l’idea di fondo, lo spunto per far partire la trama era molto interessante, purtroppo la realizzazione lascia molto a desiderare. Credo che i problemi principali siano da attribuire allo stile dell’autrice, ancora troppo acerbo e superficiale, e alla traduzione, che in alcuni punti lascia decisamente a desiderare. Durante la lettura ho trovato delle frasi in cui non sono riuscita a capire cosa stesse cercando di dire la He. Traduzione o proprio errore dell’autrice? Dovrei vedere l’edizione in lingua.

Oltre a questi problemi tecnici, trovo che il libro in sé non abbia molto da dire. Sì, l’idea è interessante, l’ambientazione pure MA l’autrice non ci permette di appassionarci. Non c’è una costruzione seria e ben definita del world building e dei personaggi. Anche le azioni e le vicende sembrano più dettate dal caso che da uno studio di ciò che si voleva ottenere alla fine della storia.

Parliamo di world building. Possiamo dire che non ci sono elementi che permettano al lettore di capire realmente dove è ambientata la storia. Se non fosse per i continui riferimenti a termini della cultura cinese, la storia potrebbe essere ambientata benissimo altrove e noi non ce ne accorgeremmo. Altro problema grosso è che ci viene data solo un’infarinatura sulla società. La magia è bandita. Chi la pratica, gli Indovini, sono perseguitati e uccisi. Questi vengono riconosciuti grazie alla particolarità del loro sangue, che brucia di un fuoco azzurro. Ci viene detto che sono pericolosi, che possono distruggere e corrompere un regno ma non abbiamo mai una vera dimostrazione della loro pericolosità e della loro potenza. Quando capita di scoprirne la potenza, questa è pilotata da un uomo e non da un Indovino.

Certo, si può leggere come un comportamento ipocrita, il classico odio per il diverso che si può trovare spesso, alimentato nell’ignoranza, ma non è strutturato così bene da far appassionare. Ci viene poi detto che gli Undici, gli eroi che hanno epurato il mondo dalla minaccia degli Indovini, hanno lasciato dei precetti, delle regole per la società, così che non possa essere più corrotta. Anche in questo caso, i precetti possono essere rivoltati a proprio favore e continuare con i propri loschi interessi. Altro caso in cui si poteva dare più peso a questo lato della storia ma non viene fatto. È uno dei tanti input che viene dato ma poi abbandonato o trattato con poca attenzione.

Mi piacerebbe fare un piccolo confronto con Sorcery of Thorns. [A questo link trovate la mia analisi del world building.] Essendo uno degli ultimi titoli letti, è ancora fresco nella mia memoria. Il numero di pagine è più o meno lo stesso. L’autrice riesce a costruire un mondo ben definito e lo fa in poche frasi disseminate nel romanzo. Alla fine di tutto, abbiamo ben presente come funziona tutto il sistema magico, tutta la società, le caste, le fazioni. Abbiamo un’idea ben precisa di tutto quello che ci circonda e non rimangono “angoli bui”, elementi che non conosciamo. In La Stirpe della Gru invece abbiamo un’immagine fumosa di quel che la He probabilmente ha immaginato ma non credo sapremmo rispondere a qualche domanda più specifica sulla società rappresentata nel romanzo. Trovo sia una grandissima pecca se si parla di un fantasy.

Personaggi

Abbandoniamo per un attimo world building e affini e parliamo dei personaggi…

Hesina è la protagonista ed è proprio la classica da non proporre in un romanzo, se non si vuole che il lettore faccia il tifo per l’antagonista. Hesina si lamenta della sua condizione fin dalle prime pagine. Lei ha il peso del regno sulle sue spalle, lei ha il peso della verità da portare a galla, lei deve proteggere, fare la cosa giusta… Lei, Lei, Lei. È un continuo leggere di Hesina che si piange addosso perché costretta a essere ciò che non vuole, a dover fare cose che non vuole fare. Hesina passa il suo tempo solo ed esclusivamente a lamentarsi dei molteplici compiti che spettano a una regina. Quando non si piange addosso è indecisa, impaurita, emotivamente instabile.

In parte è anche giusto. Lei è comunque una ragazza giovane, un’adolescente che si ritrova improvvisamente a dover governare un regno ma, teoricamente, dovrebbe essere stata preparata per questo, essendo lei la principessa ereditaria. Posso capire che magari non si aspettava capitasse così presto ma un minimo preparata dovrebbe esserlo. Invece no. Lei è perennemente alla ricerca di qualcuno che le dia consigli e rassicurazioni. Hesina sembra letteralmente una che è caduta dalle nuvole e si è ritrovata improvvisamente dove non si sarebbe mai aspettata di essere. È completamente impreparata e sbatte numerose volte la faccia contro pali da cui l’avevano messa in guardia. Finché non ci finisce in pieno, non si rende conto che era palese dovesse finire così.

Al suo fianco troviamo Lilian e Caiyan, due gemelli e fratelli adottivi di Hesina. Sanjing, fratello di sangue di Hesina e Rou, il loro fratellastro.

Nonostante i primi due gemelli siano molto presenti nella storia, rimangono abbastanza sullo sfondo per buona parte del libro. Non ho trovato nulla di particolarmente interessante su di loro. Nella seconda metà qualcosa si smuove, come nella trama in generale, ma è troppo poco per riuscire a dare una vera valutazione su di loro. Soprattutto perché sarebbe spoiler per determinate cose…

Sanjing è forse il fratello che più mi piace, uno dei personaggi più interessanti ma (perché c’è un MA) è talmente marginale che purtroppo non aiuta a risollevare le sorti di questo romanzo. Però posso dire che è l’unico che ha capito tutto e che sa come vanno davvero le cose. È l’unico che davvero prova a dare una scrollata a quella inetta della sorella per farla svegliare. Al suo servizio troviamo Mei, una giovane guerriera, che viene assegnata alla protezione della giovane regina. Sempre perché Sanjing è l’unico che ha capito che Hesina ha bisogno di una babysitter e di essere protetta seriamente. Mei è il personaggio che, assieme a Sanjing, mi è piaciuto di più. Avrei voluto più scene con lei.

Rou è anch’esso un personaggio secondario che però ho apprezzato comunque, nonostante il suo ruolo per lo più marginale. È un ragazzo dall’animo gentile, rispettoso e tendenzialmente provvisto di buone qualità. Non ci viene detto molto se non che ha sempre avuto un atteggiamento molto educato e gentile nei confronti di Hesina e degli altri componenti della famiglia, venendo però ripagato con freddezza, distacco e poca considerazione.

Anche questa parte l’ho trovata controversa e a sfavore del personaggio di Hesina. Ci viene detto che lei non riesce a stare in presenza del ragazzo perché è la prova vivente del tradimento del padre nei confronti della madre. Quando ha scoperto del legame fra lei e il ragazzo, è stata arrabbiata col padre per un po’ ma poi lo ha perdonato perché gli voleva troppo bene. Quindi il padre fedifrago si può perdonare, ci si può schierare dalla parte di una madre che ti ha sempre trattata come la povera incapace che sei ma non si può accettare un fratellastro che, alla fine della fiera, non ha alcuna colpa reale. Mi ha fatto capire che Hesina è davvero un personaggio immaturo… O scritto molto male.

Arriviamo ad Akira, il protagonista maschile della storia. Lui è sicuramente un personaggio misterioso, creato con l’intento di affascinare e far appassionare il lettore ma finisce per essere un “nì”. Non è un personaggio terribile, tutt’altro, ma anche lui non viene mai davvero tratteggiato completamente. Durante la lettura può sembrare che sia per lasciare quell’alone di mistero, quel non detto che serve a creare ulteriore aspettativa nei suoi confronti. Il problema è che alla fine finalmente abbiamo una spiegazione su di lui e niente, è piuttosto superficiale pure questa.

La parola d’ordine con la He è superficiale. Ormai dovreste averlo capito.

Akira quindi non è un personaggio di cui ho un’opinione negativa ma avrei voluto di più. Sicuramente una delle poche cose che si salvano di questo romanzo.

Stile di Scrittura

Ho già dato qualche informazione sullo stile di scrittura ma ci tengo a fare qualche altra precisazione.

Avete presente “Show. Don’t Tell”? “Mostra, non raccontare” come regola per una buona riuscita di un romanzo? Ecco, la He fa tutto il contrario. Lei continua ancora e ancora a dirci ciò che vuole che noi dovremmo credere ma senza mai mostrarci quel qualcosa per ciò che è. Come dicevo per la parte degli Indovini: l’autrice continua a dirci che sono pericolosi ma non ci mostra mai quanto possano esserlo più dei semplici umani.

Stessa cosa capita con le continue frasi che inserisce per dire che Hesina è sommersa dalle scartoffie ma non la vediamo mai davvero lavorare su di esse, non la vediamo mai davvero regnare. Lei parla del tempo impiegato a regnare ma passa tutto il tempo a infrangere le regole e fare tutt’altro tranne che regnare davvero. “Però Hesina è oberata di lavoro, povera stella! Prova pena per lei!” È questo messaggio che traspare dalla lettura.

Altro punto dolente è la facilità con cui si capisce dove l’autrice vuole andare a parare. Ok, ormai sono un’esperta di Drama storici (parole di Taty di Books to Read, non mie) e ammetto di essere piuttosto bravina a indovinare la fine dei miei nuovi show preferiti MA portarmi a dubitare di un personaggio intorno a pagina 160 e avere la certezza che sia lui dietro a tutto prima di arrivare a metà libro non è il massimo. E io sono quella che nei gialli non capisce mai, MAI, chi è l’assassino. Quindi non sono una cima in queste cose. Però se mi crei un personaggio troppo insospettabile… Beh, è palese che sia da sospettare!

Altro problema, più che altro per i lettori meno esperti del genere, nel testo sono presenti moltissimi termini di ispirazione cinese ma non è presente nessun apparato di note. Io so cosa sono i taotie o cosa sia un hanfu ma posso immaginare che altri possano rimanere spaesati senza un minimo di spiegazione.

Per concludere, devo far presente che questo libro viene venduto come stand alone ma non lo è. Il problema non è da imputare a Mondadori ma all’autrice e ai suoi problemi con la casa editrice nel suo paese. Ha infatti deciso di non continuare la pubblicazione e che per ora la storia è conclusa qui. Purtroppo però il finale non è soddisfacente, non chiude tutti gli archi narrativi e si capisce benissimo che questo volume è nato per essere una prima parte di una storia più lunga. Se non amate le storie interrotte, vi consiglio di stargli lontano. (E io devo smetterla di finire vittima di questi volumi che mi lasciano appesa. Ho una sanità mentale pure io!)

Peccato perché il libro è davvero un gioiellino dal punto di vista grafico. Come oggetto d’arredamento è davvero bello e curato. Adoro le pagine colorate, adoro il soggetto della copertina. Invoglia sicuramente all’acquisto e sarei tentata di averlo da esposizione ma non lo rileggerei.

Chiudiamo qui questa recensione. Purtroppo non ho trovato molte cose positive all’interno di questo libro. Sono più quelle negative e non l’ho nascosto. Consiglierei questo libro? Forse potrebbe essere apprezzato maggiormente da un lettore meno esigente e non ferratissimo in materia (nonostante la parte sui termini cinesi detta poco sopra). In generale trovo che sia una grandissima occasione sprecata. Con più lavoro e cura da parte dell’autrice, avrebbe potuto essere un’idea vincente. Peccato.

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Il Review Party di La Stirpe della Gru è giunto al termine ma vi ricordo di andare a recuperare anche le recensioni dei miei colleghi.

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