Ben ritrovati, Collezionisti!
Oggi giornatina piena! Dopo una lunghissima, altissima, levissima tappa di Blog Tour per l’evento dedicato a Kerri Maniscalco (che trovate al seguente link), è il momento di una recensione. Il libro protagonista di questo post è La guerra dei Papaveri di R. F. Kuang.

Ringrazio Mondadori per avermi permesso di leggere in anteprima questo romanzo e, prima di cominciare, vi lascio sempre la scheda del libro con il link di acquisto!

La guerra dei Papaveri - Copertina

La guerra dei Papaveri

R. F. Kuang

In uscita il: 13/10/2020

€ 22,00

Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell’Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi.

Ci riuscirà risvegliando il potere dell’antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.

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DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso della casa editrice per fini pubblicitari o recensionistici.

Avevo proprio bisogno di più Oriente nella mia vita! Ho sempre subito una certa fascinazione verso quella parte del mondo, fin dall’adolescenza mi sono sempre fatta delle grandi scorpacciate di Anime e Manga, e negli ultimi mesi mi sono data ai Drama, le serie tv orientali. Stavo però cercando dei libri che potessero soddisfare la mia passione e questa serie sembrava fare per me.

Ho quindi iniziato a leggere La guerra dei Papaveri con le aspettative alle stelle ma anche una punta di timore. L’ultima volta che mi sono avvicinata al caso editoriale dell’anno con ambientazione orientale, sono rimasta piuttosto delusa… Era quasi un anno fa e il libro in questione era Il Priorato dell’albero delle arance… Ma, per mia fortuna, La guerra dei Papaveri si è rivelato essere tutto ciò che Il Priorato non è riuscito a essere.

Partiamo dal principio. Per un editto dell’imperatrice, ogni orfano della Seconda Guerra dei Papaveri è stato affidato a una famiglia incaricata di crescerlo. Seguiamo quindi la storia di Rin, una giovane orfana cresciuta da una famiglia di Tikany, un villaggio nel sud del regno. Non è benvoluta dalla famiglia Fang, che da sempre la sfrutta per i suoi affari, e che ora, raggiunta l’età da marito, vuole sfruttarla un’ultima volta, dandola in sposa per interesse a un ricco mercante della zona. Questa mossa infatti permetterebbe loro di avere il monopolio quasi assoluto sul mercato nero dell’oppio di Tikany.

Rin si ribella a questa scelta e decide di studiare per tentare di superare il Kēju, un difficilissimo esame che le permetterebbe di studiare in una delle prestigiose accademie del regno. Lei però non punta a una qualsiasi ma alla più importante: la Sinegard. Rin ci spiega che è l’unica che potrebbe frequentare perché l’ammissione a tale accademia corrisponde a una convocazione reale e come tale non prevede una retta, che non potrebbe pagare.

Ovviamente i Fang non si oppongono, nessuno pensa che una ragazza di provincia, senza alcuna preparazione se non quella dei due anni che la separano dal prossimo Kēju, possa superare l’esame più difficile del regno. Per loro è una doppia vittoria: Rin continuerà a fare ciò che deve con diligenza, per non creare problemi mentre si prepara all’esame, ma una volta che il Kēju le andrà male, si convincerà che contrarre un matrimonio non sia una cattiva idea. Perdono però la loro occasione quando Rin si posiziona in cima alla classifica e viene accettata proprio alla Sinegard. Non si può opporsi a una convocazione reale e Rin parte per la capitale…

Personaggi

Rin, nome completo Fang Runin, è la protagonista di questo romanzo. È una ragazza intraprendente, che non vuole vivere una vita prefissata da altri. Vuole scegliere il suo cammino e seguirlo fino alla fine. È combattiva, coraggiosa e intelligente ma non risulta mai essere uno di quei protagonisti troppo perfetti che fanno storcere il naso. Rin è speciale ma non lo è semplicemente per il semplice fatto di essere la protagonista. Rin si impegna, studia, fatica e ottiene risultati grazie alla sua caparbietà.

Oltre a Rin ci sono altri personaggi che meritano di essere citati. Il mio preferito fra questi è sicuramente Kitay, ragazzo originario della capitale, di famiglia facoltosa, che però tratta la nostra Rin come una sua pari. Kitay è l’unico amico di Rin all’accademia. È la spalla perfetta per un personaggio come Rin e sono sempre stata felice di leggere le sue scene. Kitay ci viene descritto come una ragazzo dall’intelligenza spiccata, con una memoria fotografica in grado di fargli memorizzare un gran numero di informazioni in poco tempo ma Kitay è molto più di questo. Lascio a voi scoprirlo durante la lettura.

Degni di nota, fra gli studenti dell’accademia, sono anche Nezha e Altan. Nezha è il classico figlio di una famiglia facoltosa, abituato a essere al centro dell’attenzione e ammirato da tutti. Fin da principio entra in competizione con Rin e all’accademia saranno spesso in contrasto. Nezha però non è solo ciò che ci viene mostrato all’inizio, nei capitoli dell’accademia… Come per Kitay, anche lui avrà modo di mostrarci molto di più e noi lettori scopriremo qualcosa in più di lui che ce lo farà apprezzare. Stessa cosa succede con Altan Trengsin, lo studente migliore della Singard. È uno speerliano, l’ultimo della sua gente, ed è un guerriero straordinario, temuto e ammirato da tutti. Studenti e maestri. Altan all’inizio è un personaggio misterioso, che pian piano ci viene mostrato sempre di più, permettendoci di farci un’idea più precisa su di lui.

World Building

La Kuang costruisce un mondo molto particolare e articolato. Le vicende si svolgono in un regno, Nikan, che ha tutto l’aspetto della Cina. L’isola di Speer ricalca Taiwan e il nemico, il regno di Mugen, è invece il Giappone. Realtà e finzione si mischiano in questo mondo in cui nessuno, tranne l’Imperatore Rosso, è riuscito a riunire tutte le regioni sotto un unico governo e che, nel presente di Rin, si basa su una fragile pace che non durerà a lungo.

Nonostante i nomi delle regioni e dei regni ci facciano capire che ci troviamo in un mondo fantastico, fittizio, molti elementi ci fanno tornare alla mente la Cina storica. Uno dei libri su cui studia Rin è proprio l’Arte della Guerra di Sun Tsu.

Trovo che questa commistione sia vincente. Chi conosce l’oriente e ne è appassionato, ritrova alcuni particolari familiari che aiutano a barcamenarsi fra le molte informazioni che ci vengono date ma il tutto risulta più misterioso e divertente grazie alla componente frutto della fantasia dell’autrice.

L’unico, piccolo neo, l’ho trovato nella creazione del sistema magico. Rin si prepara su delle materie ben strutturate sia per il Kēju che per quanto riguarda le materie dell’accademia. Per l’esame deve studiare storia, matematica, logica e letteratura classica. Alla Sinegard le materie sono combattimento, strategia, storia, armi e medicina.

È presente anche un corso di demologia. Quest’ultima materia, che è quella collegata al mondo magico, viene considerata una barzelletta per la prima parte del libro. Il maestro Jiang, responsabile della materia, viene visto come un pazzo, sicuramente un personaggio particolare che non viene preso sul serio. Poi però improvvisamente il sistema magico spunta fuori in un mondo in cui non era previsto, in cui nessuno ci ha mai creduto e sembra tutto un po’ troppo forzato. Bello però il collegamento fra la demologia e gli oppiacei che, fin dalle prime pagine, vengono nominati insistentemente.

Lascio comunque il beneficio del dubbio. Chissà che non ci venga spiegato in uno dei prossimi libri della serie.

Stile di Scrittura

È proprio in questa parte della mia recensione che voglio riprendere l’introduzione della recensione, quella in cui dico che La guerra dei Papaveri è tutto ciò che Il priorato dell’albero delle arance non è stato. Perché dico ciò?

A differenza della Shannon, la Kuang riesce a tratteggiare tutto in poche frasi disseminate nel testo. Attenzione però! Non lo fa in modo sbrigativo o con superficialità. L’autrice è capace di spiegarci ciò che è necessario per la comprensione del testo, pian piano aggiunge particolari ma non interrompe mai la narrazione. Con la Shannon invece mi sembrava sempre di restare ferma, di non aver la possibilità di andare avanti con la trama. La guerra dei Papaveri parte subito spedito e non ti permette di annoiarti, portando sempre nuovi elementi alla narrazione.

Trovo inoltre che La guerra dei Papaveri abbia una struttura e una narrazione che ricorda molto un Drama cinese. Leggendolo ho proprio sentito la stessa atmosfera di quando guardo una di quelle serie. Un po’ The Untamed e la sua Cloud Recesses, un po’ Goodbye My Princess e il suo confine occidentale. Proprio grazie alla sua narrazione, si possono vedere con gli occhi della mente i luoghi in cui si svolgono le varie fasi della storia. Poche magistrali pennellate sono ciò che ci dà, lasciando alla nostra fantasia il compito di completare tutto.

Per impegni con gli eventi del blog, sono stata costretta a leggerlo a una velocità piuttosto elevata. Credevo mi avrebbe impedito di goderne appieno e invece mi sono ritrovata follemente innamorata di tutto quello che la Kuang ci ha voluto trasmettere. Calcolando che il suo romanzo d’esordio, sono davvero stupita del risultato ottenuto.

Spostandoci invece sul linguaggio e su alcune scelte dell’autrice, posso dire che la Kuang non si risparmia nulla. Nel testo vengono dette delle parolacce, ci sono dei termini volgari ma non disturbano assolutamente la lettura. Aiutano invece a caratterizzare meglio i personaggi che le dicono. I termini usati sono però una piccola parte di quello di cui vi voglio parlare. È importante che sappiate che la Kuang non è una di quelle autrici che fa andare tutto bene, che vi propone un prodotto confezionato per farvi vivere qualche ora di spensieratezza. Il mondo che tratteggia è crudele, violento e non si fa scrupoli a distruggere chi vive al suo interno. Preparatevi perché molti avvenimenti vi lasceranno davvero a bocca aperta.

Nel complesso, La guerra dei Papaveri è un perfetto primo capitolo di una serie. I personaggi sono ben caratterizzati, lo stile di scrittura riesce a ben bilanciare trama e informazioni necessarie e tutto risulta studiato nei minimi particolari. La storia appassiona e diverte e, per quanto mi riguarda, finisce dritto dritto nell’Olimpo dei libri migliori dell’anno!

Un gioiellino del suo genere. Forse il miglior libro del 2020.

VOTO: 5+/5


(Se volete leggere la mia recensione de Il priorato dell’albero delle arance, potete trovarla a questo link)

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L’evento è ormai giunto al termine ma vi consiglio di andare a recuperare le recensioni dei miei colleghi per La guerra dei Papaveri!

La guerra dei Papaveri - Calendario