DISCLAIMER: Il libro e tutto il materiale mi è stato fornito col consenso della casa editrice per fini recensionistici.

Buongiorno, Collezionisti!
Oggi vi porto la recensione, in anteprima, di La corte di rose e spine di Sarah J. Maas, romanzo edito Mondadori. Personalmente è un’uscita che aspettavo da tantissimo tempo!

Come sempre, iniziamo con la scheda del libro:

La corte di rose e spine di Sarah J. Maas

La corte di rose e spine

Sarah J. Maas

In uscita il: 19/03/2019

€ 16,90

“Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.” Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto.

L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge “ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita”. Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende.

Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un’ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo…

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La corte di rose e spine di Sarah J. Maas

Ci sono libri che vengono preceduti dalla loro fama, che nel giro dei blogger e dei booktuber diventano popolarissimi, amatissimi o odiatissimi. Si crea hype e attesa attorno a quei titoli e tutti aspettano solo di poter metterci sopra le loro mani, di poterne finalmente leggere il contenuto.

La corte di rose e spine, in originale A Court of Thorns and Roses ma più conosciuto come ACOTAR, è uno di questi. Chi ha avuto la possibilità di leggerlo in lingua, ormai anni fa, ha creato una grande aspettativa su questo romanzo per noi poveri mortali che aspettavamo di poterlo finalmente leggere in italiano.

Sapevo già a cosa sarei andata incontro, i nomi dei personaggi principali mi erano già noti, anche le loro descrizioni fisiche e qualche elemento della loro personalità. Anche la trama, su per giù, era già conosciuta. ACOTAR è un retelling de La Bella e la Bestia, questa è forse l’informazione che la maggior parte di noi conosceva già, ma i punti a favore sono sicuramente la chiave di rilettura di questa fiaba così amata e così popolare. Tutti conosciamo la storia e Sarah J. Maas, nella prima metà del suo romanzo, ce la ripresenta con le dovute modifiche.

La bestia non è un principe umano ma un Fae, un essere fatato che vive a Prythian, il regno delle fate. Feyre, la nostra protagonista, scoprirà presto che questo regno è diviso in varie corti e che lei si trova nella Corte di Primavera, assieme a Tamlin, l’equivalente della Bestia, e Lucien, un emissario di corte. La prima parte si svolge come da programma, i due che all’inizio sono diffidenti, che si prendono le misure, che si avvicinano e si innamorano. Tutto segue la fiaba che conosciamo.

La Maas però non ci permette di annoiarci su qualcosa che conosciamo come le nostre tasche. Alterna pezzi che possiamo tranquillamente sovrapporre alla fiaba originale con altri in cui ci da l’imbeccata su quel che succederà nella seconda parte della narrazione. Ci sono misteri e indizi di cui però capiremo l’importanza solo quando arriveremo ad affrontare la parte più cupa del romanzo.

Nonostante sia la mia fiaba preferita, e permetta di conoscere i personaggi principali, la prima parte, più fedele alla storia originale, è la meno avvincente. Tutto diventa molto più appassionante e ricco di colpi di scena nella seconda metà. Per non fare spoiler posso dire solamente che Feyre si scontrerà con la maledizione che ha colpito Prythian ma questa non è per nulla come se l’era aspettata…

Basta con la trama! Parliamo dei personaggi principali di questo meraviglioso romanzo.

Feyre

Feyre è la nostra protagonista e seguiamo la storia dal suo punto di vista. Figlia minore di un commerciante caduto in disgrazia, è legata alla promessa fatta alla madre di prendersi cura della sua famiglia. Proprio per questo motivo va a caccia per tentare di sfamare tutti e far loro separare l’inverno.

Feyre ci viene presentato come un personaggio orgoglioso, serio, responsabile e resiliente. Ha tutte le caratteristiche del personaggio dei romanzi Young Adult. Ha anche un lato più “frivolo”, come lo descrive lei, che sfoga con la passione per la pittura. Spesso ci viene spiegato come si perde a osservare i colori che la circondano, a carpirne le varie sfumature e come le piacerebbe riuscire a dipingere ciò che attrae la sua attenzione.

Purtroppo però Feyre è anche, dal mio punto di vista, uno dei punti deboli della narrazione. Proprio per via delle caratteristiche che la riguardano, finisce per sembrare il solito personaggio stereotipato che, nonostante i sempre troppo brevi momenti di debolezza e le mancanze, riesce sempre a farcela, a trovare un modo. Ovviamente non può fallire nei suoi intenti, essendo la protagonista ma avrei voluto vedere qualche elemento diverso dal solito, che la distinguesse da una Katniss, una Tris o una Mare Barrow.

Tamlin

È il protagonista maschile di questo romanzo. Tamlin è un Fae che ha molti più anni di quel che dimostra e il viso coperto da una maschera d’oro. Anche lui è il classico personaggio maschile dello Young Adult. Bello, forte, misterioso ma buono e gentile, pronto a lottare per ciò in cui crede e che ama.

Nonostante anche lui sia la rappresentazione dei cliché del genere, nella prima parte sono riuscita ad apprezzarlo molto. Purtroppo nella seconda parte, perde tantissimo del suo fascino e della mia simpatia. Ci sono state delle dinamiche che lo vedevano protagonista che mi hanno fatto storcere il naso. Capisco anche il suo punto di vista e cosa cercasse di fare ma, da lettrice esterna alla vicenda, non sono comunque riuscita a scusarlo al 100%. Rimane comunque un buon protagonista maschile e spero di poter ritrovare la mia simpatia per lui nel seguito.

Lucien

Lucien è il personaggio che inizialmente mi ha messo più in difficoltà. Nonostante abbia fin da subito dimostrato un’indole gentile, anche se a volte un po’ indolente, non sono riuscita a fidarmi di lui, per lo meno nella prima parte della storia.

L’ho apprezzato molto, il suo passato tragico e il suo volto deturpato mi hanno subito fatto provare una sorta di affetto per questo personaggio ma avevo paura di legarmi troppo a lui. Mi è sembrato il classico personaggio che sulla carta è perfetto ma che poi non ci impiega nemmeno un attimo a decidere di pugnalarti alle spalle. La maschera da volpe, che indossa durante tutto il romanzo, mi portava a credere sarebbe successo qualcosa di grave.

Forse sono solamente rimasta bruciata da altri personaggi che poi mi hanno deluso profondamente. Chi mi segue SA! Tra l’altro sempre un libro edito Mondadori.

Nella seconda parte, il mio amore per Lucien è cresciuto a dismisura. Ogni scena mi ha portato a tifare per lui a sperare per la sua salvezza e il suo benessere.

Diversi sono stati i momenti in cui mi sono dovuta fermare durante la lettura, fare un respiro profondo e riprendere la lettura sperando di vederlo nuovamente salvo e illeso. Sono stati anche i momenti in cui è nato il mio motto per questo romanzo, usato poi in diverse circostanze: “io non lo accetto!”. No, perché certe scene mi hanno davvero portato a un livello d’angoscia che da diverso tempo non provavo durante la lettura.

Rhysand

“Amerai Rhysand!”; “Non potrai che adorarlo!”; “Sarà il tuo nuovo personaggio preferito!”

Queste sono state le frasi con cui mi è stato presentato questo personaggio nel corso degli anni. Rhysand è il personaggio che più di tutti aspettavo di leggere, quello più famoso e più chiacchierato dal fandom di questo romanzo.

Rhysand, il Signore Supremo della Corte della Notte, è sicuramente il mio personaggio preferito. Controverso, tenebroso, ammaliante, misterioso… Fin dalla sua prima apparizione ho capito fosse lui anche senza che venisse pronunciato il suo nome. La sua fama, come per il libro di cui fa parte, l’ha preceduto e io sono stata sua dal primo istante.

Non so come abbia fatto la Maas, dopo due personaggi come Feyre e Tamlin, a creare un personaggio così complesso e sfaccettato. Per tutta la narrazione è difficile capire cosa davvero voglia, quale sia il suo vero intento, quali siano i suoi interessi. Sappiamo solamente che è letale, che lui è ombra, oscurità e malvagità ma c’è molto di più e, fin dalla sua prima apparizione, riusciamo a rendercene conto anche se mai completamente.

Alterna azioni riprovevoli, malvagie e violente ad altre più gentili e amichevoli, sempre per il suo tornaconto ma mai mostrandoci, alla fine, una cattiveria così imperdonabile.

Anche nel suo caso, il motto “Non lo accetto!” è stato molto popolare. Delle volte per azioni compiute da lui, a volte per azioni che subisce. Ho amato ogni scena con lui, la sua ironia macabra, il suo atteggiamento pigro e affascinante che nasconde una psicologia molto più complessa.

Stile di scrittura

Lo stile di scrittura della Maas è molto scorrevole e mai noioso. I capitoli sono della giusta lunghezza e si leggono in un soffio. Ci sono però alcune tematiche, tipiche anche qui dello Young Adult, di cui non avremmo sentito la mancanza se l’autrice non avesse deciso di infilarcele per forza.

La prima, e più palese, è dinamica della protagonista che non sa di essere di bell’aspetto. Posso capire che Feyre arrivi da una situazione difficile. Era malnutrita, troppo magra e col viso scavato ma anche quando vive nel palazzo di Tamlin, fatica a vedere la sua bellezza, non se ne rende conto. Eppure Tamlin le dice in continuazione che è incantevole. Come se non bastasse, col proseguire della narrazione, attira l’attenzione anche di un altro personaggio. Per quanto non ci sia stato nessun tipo di esplicitazione di questo interesse è chiaro che sia così.
È da sempre un elemento che non capisco e che non riesco ad apprezzare all’interno di questi romanzi.

La seconda è l’innamoramento lampo. O meglio… Feyre e Tamlin non si innamorano così istantaneamente. Il loro innamoramento però non l’ho trovato ben descritto. Ci sono dei momenti in cui riusciamo a vedere un avvicinamento ma c’è una scena che mi ha lasciato un po’ perplessa perché poco prima erano semplicemente amici e in quel momento invece c’era parecchia tensione sessuale nell’aria. Certo, c’era stato un salto temporale di qualche settimana ma comunque mi ha un po’ lasciata interdetta. Avrei voluto avere dei salti temporali meno lunghi e magari vedere una via di mezzo fra le due parti di cui parlo. Capisco anche che, facendo come avrei voluto io, il libro sarebbe stato molto più lungo di così. Non che mi sarebbe dispiaciuto!

Il finale mi è piaciuto molto. Ha chiuso un arco narrativo importante ma ha lasciato aperti alcuni di quelli secondari che sicuramente vedranno un maggiore sviluppo nel secondo e nel terzo della serie. L’hype per il seguito c’è e non vedo l’ora che arrivi giugno per poterlo finalmente leggere!

Considerazioni Finali

Ci sono stati sicuramente degli elementi che non hanno raccolto il mio totale favore, dei punti che avrei gestito meglio ma questo primo romanzo rimane comunque un ottimo inizio per l’intera serie. Tiene il lettore attaccato alle pagine, col fiato sospeso e la paura di qualcosa di terribile giusto dietro l’angolo.

Proprio per questo motivo ho deciso di premiarlo col massimo dei voti, anche solo di incoraggiamento per i successivi della serie!

Assolutamente da leggere se amate i Fantasy e i Retelling, se amate la Bella e la Bestia e siete curiosi di leggerne una versione anticonvenzionale.

“Non lo accetto!” 

VOTO: 5/5

La corte di rose e spine di Sarah J. Maas

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La corte di rose e spine di Sarah J. Maas
La corte di rose e spine di Sarah J. Maas

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